Cagliari, uccide la moglie ma viene condannato a soli 12 anni perché “La moglie era aggressiva”

Paolo Randaccio, reo confesso dell’uccisione della moglie Angelica Salis, è stato condannato a 12 anni di reclusione e tre anni di libertà vigilata, con una sentenza che sta suscitando dibattiti.

 

 

Paolo Randaccio, pensionato di 71 anni, ha ricevuto una condanna di 12 anni di reclusione e tre anni di libertà vigilata per l’omicidio della moglie, Angelica Salis, avvenuto il 9 settembre 2021 a Quartucciu, nel Cagliaritano. La Corte d’Assise di Cagliari, basandosi su una sentenza della Consulta, ha riconosciuto le attenuanti generiche e della provocazione, considerando comportamenti aggressivi della vittima nei confronti del marito. Questo ha portato a una condanna significativamente inferiore all’ergastolo, che Randaccio avrebbe potuto ricevere.

Il contesto dell’omicidio e le reazioni

Randaccio aveva chiamato i carabinieri subito dopo l’omicidio, ammettendo le proprie responsabilità e affermando di essere stato vessato per anni a causa dei problemi psichiatrici della moglie. Il giorno prima dell’omicidio, la donna aveva cercato aiuto in un bar vicino, sostenendo di essere stata picchiata e inseguita dal marito. La sentenza, che riconosce le attenuanti a Randaccio, ha sollevato questioni sulla valutazione delle circostanze del femminicidio, con i legali dell’omicida che esprimono soddisfazione e sottolineano l’importanza di una valutazione legale distaccata dall’onda emotiva.

Implicazioni e dibattito sulla sentenza

La decisione della Corte d’Assise di Cagliari ha aperto un dibattito sull’applicazione delle attenuanti in casi di femminicidio. La sentenza della Consulta, citata come riferimento, solleva questioni riguardanti l’equità e l’adeguatezza delle pene in casi di violenza domestica, specialmente in situazioni dove vittima e aggressore sono coniugi.