Sabrina Paravicini: “Dopo tutto quello che ho passato, oggi mi guardo oggi senza trucco e senza trucchi sento di volermi un gran bene”.

Sabrina Paravicini riflette sulla sua vita, segnata da una battaglia contro il cancro, successi professionali e la dedizione alla crescita del figlio autistico. Condivide la sua esperienza di resilienza e autostima.

A 51 anni, Sabrina Paravicini può guardare indietro a una vita piena di sfide e trionfi. Nel suo curriculum, il cancro compare come una battaglia vinta, mentre i successi nel campo del lavoro includono libri, serie e film. La sua carriera artistica è costellata di realizzazioni importanti, ma è la lotta personale contro il cancro che ha segnato un punto di svolta significativo nella sua vita, contribuendo a forgiare il suo carattere resiliente.

La dedizione per il figlio e la battaglia contro l’autismo

Sabrina Paravicini si è dedicata con amore e tenacia al figlio autistico. Ha vissuto anni intensi, definendoli non solo difficili ma “durissimi”. La sua battaglia è stata una corsa solitaria, un percorso di madre che ha rifiutato di accontentarsi di relazioni superficiali, scegliendo di affrontare da sola le sfide della vita. Questo percorso ha rafforzato il suo senso di indipendenza e autostima.

Autostima e amor proprio

Oggi, guardandosi allo specchio senza trucco, Sabrina Paravicini si sente pervasa da un forte senso di autoaccettazione e amor proprio. Questo sentimento è il risultato di anni di lotta e resilienza, un cammino che l’ha vista sempre in prima linea nelle sue battaglie personali. Nonostante la presenza di persone intorno a lei, ha percepito la solitudine come una componente del suo viaggio, ma anche come un catalizzatore per la sua crescita personale.

Queste le sue bellissime parole: “Ho 51 anni, un cancro nel curriculum della vita, libri, serie e film nel curriculum del lavoro. Sono la mamma di un ragazzo a cui ho dato giorni e notti affinché sentisse che nel suo autismo ci fosse un grande valore aggiunto. Sono stati anni difficili. No, durissimi.

Perché ho corso da sola, non mi sono voluta accontentare di amori di plastica e così in testa alle mie guerre ci sono sempre stata io, da sola.

Circondata, ma sola.

E se mi guardo oggi senza trucco e senza trucchi sento di volermi un gran bene.”