Inchiesta su Chiara Ferragni e Balocco, emergono ipotesi di truffa, nell’inchiesta finiscono anche le mail

La Guardia di Finanza di Milano ha presentato nuovi dettagli sul caso del pandoro griffato Chiara Ferragni, prodotto da Balocco, suggerendo un possibile reato di truffa.

Ultime novità nell’indagine su Balocco e Ferragni

Una nuova svolta emerge nell’indagine sul pandoro firmato Chiara Ferragni e prodotto dall’azienda Balocco.

Oggi, la Guardia di Finanza di Milano ha depositato una relazione presso la Procura, portando alla luce dettagli che potrebbero riorientare l’ipotesi di reato da frode in commercio a truffa.

Cambiamenti nel corso dell’indagine

L’annotazione inviata dalla Guardia di Finanza al procuratore aggiunto di Milano, Eugenio Fusco, sembra apportare importanti modifiche al corso delle indagini.

L’attenzione si focalizza su diversi allegati e aspetti precedentemente emersi nelle carte dell’Antitrust. Inoltre, sono state esaminate le email tra il gruppo dolciario Balocco e l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni.

Approfondimenti e altre indagini in corso

Gli inquirenti stanno analizzando alcuni punti specifici del caso, mentre la Guardia di Finanza sta effettuando accertamenti su altre due operazioni commerciali: le uova di Pasqua di Dolci Preziosi e la bambola Trudi.

Con l’evolversi dell’indagine, il fascicolo sul caso Balocco-Ferragni potrebbe presto essere attribuito a soggetti specifici anziché rimanere contro ignoti.

Altre procure che avevano aperto fascicoli sul caso si sono rivolte al procuratore aggiunto Eugenio Fusco per centralizzare le informazioni a Milano.