Giovanna Pedretti, la figlia le dedica una poesia che contiene accuse pesanti: “Sono lassù ma non volevo morire”

La figlia di Giovanna Pedretti, vittima di cyberbullismo e trovata morta nel fiume Lambro, le dedica una toccante poesia, riflettendo sulle tragiche conseguenze delle offese sui social.

Un tributo poetico alla madre scomparsa

La figlia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano tragicamente scomparsa il 14 gennaio, ha dedicato una commovente poesia alla madre. “Sono lassù ma non volevo morire” è uno dei versi che esprime il dolore e la disperazione causati dal cyberbullismo. Giovanna Pedretti è stata travolta dalle polemiche sui social in seguito a una presunta recensione negativa sul suo ristorante, che ha scatenato un’ondata di attacchi virtuali.

Il dolore espresso in versi

La poesia, condivisa su Facebook da Fiorina D’Avino e realizzata da Alessandro Castellani, riflette sulla situazione che ha portato alla morte di Pedretti, la cui autopsia ha confermato l’annegamento. Il testo parla di pressioni e offese subite sui social: “Sappiate che sono stata istigata, ed è un reato da perseguire,” sottolineando il fascicolo aperto dalla Procura di Lodi che indaga per istigazione al suicidio.

La luce oltre il dolore

Nonostante il contesto tragico, la poesia cerca di trasmettere anche un messaggio di speranza e orgoglio: “Tante carezze e parole di luce, sempre al bene la vita mi conduce. Il ristorante è il mio orgoglio e mai un peso gusti apprezzati ed il conto sospeso.” In queste parole si riflette l’amore di Giovanna per il suo lavoro e per la vita, nonostante le difficoltà e il dolore, enfatizzando la necessità di ascoltare e comprendere le pene altrui. Il ricordo di Giovanna Pedretti rimane come monito contro la crudeltà del cyberbullismo e come promemoria dell’importanza della gentilezza e dell’empatia nel mondo digitale.