Maxi retata all’alba a Bari , arrestati Giacomo Olivieri e la moglie Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale, in carcere anche Tommy Parisi

Inchiesta rivela: l’influenza dei clan baresi sulle elezioni comunali del 2019.

Operazione di polizia smaschera l’interferenza mafiosa a Bari

Un’indagine approfondita condotta dalla polizia ha messo in luce come i clan di Bari abbiano esercitato un’influenza determinante sulle elezioni comunali del 26 maggio 2019. L’operazione ha portato all’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di beni ingenti, coinvolgendo 130 individui sospettati di appartenere alla mafia e di essere coinvolti in una serie di reati gravi. Tra questi, l’associazione mafiosa, estorsioni, il possesso e il traffico illecito di armi da fuoco, la vendita di droghe, la corruzione in aste pubbliche, e frodi sportive, tutti aggravati dall’uso di metodi mafiosi.

Evidenze di scambio elettorale politico-mafioso

Particolare attenzione è stata rivolta al reato di scambio elettorale politico-mafioso, previsto dall’art. 416 ter del Codice Penale, che ha rivelato come le consorterie criminali abbiano interferito nelle consultazioni amministrative di Bari. Circa mille agenti di polizia sono stati impegnati nell’area metropolitana per eseguire gli arresti, tra cui figure di spicco come l’avvocato Giacomo Olivieri, già consigliere regionale e ora in carcere, sua moglie Maria Carmen Lorusso, attuale consigliera comunale di maggioranza, e Vito Lorusso, oncologo ai domiciliari da luglio in un’altra inchiesta.

Coinvolgimenti significativi e misure cautelari

Le misure cautelari hanno colpito anche il cantante neomelodico Tommy Parisi, figlio del noto boss di Japigia Savinuccio, nonché membri influenti come Eugenio Palermiti, il figlio Giovanni, il nipote Antonino e il genero Filippo Mineccia. Maria Carmen Lorusso era stata eletta nel Comune con il partito “Sud al centro”, legato a Sandro Cataldo, marito dell’assessora regionale Anita Maurodinoia, e parte della lista a sostegno del sindaco Antonio Decaro. Nell’inchiesta figurano anche gli imprenditori Francesco Frezza e Massimo Bellizzi, segnalando un’ampia rete di influenze e connessioni illecite.