Roma, denuncia il marito per violenza ma era lei ad aggredirlo, la donna si giustifica “Denunciare è di moda”

In un caso di accuse incrociate di maltrattamenti, un uomo di 72 anni viene assolto, rivelando una dinamica familiare complessa.

L’accusa e l’assoluzione

Un uomo romano di 72 anni, identificato solo con le iniziali M.M., è stato recentemente assolto dai giudici di Roma con la motivazione che “il fatto non sussiste”. Questa decisione giunge al termine di un lungo processo iniziato con gravi accuse di maltrattamenti verso l’ex moglie, identificata come Paola (nome di fantasia), che aveva portato l’uomo in tribunale. Le accuse originarie parlavano di un clima di violenza fisica e psicologica, durato cinque anni, che avrebbe lasciato la donna in uno stato di ansia e paura costanti, aggravato dalla presenza delle loro figlie minorenni. “Ho deciso di denunciare perché mi sono fatta prendere dalle notizie che sentivo in televisione,” ha dichiarato Paola, ammettendo successivamente di essere stata lei stessa a esercitare violenza.

Una realtà più complessa

Durante il processo, è emersa una realtà ben diversa dalle accuse iniziali. Secondo le testimonianze, entrambi i coniugi erano coinvolti in comportamenti violenti, sebbene in modo reciproco e non unilaterale come inizialmente sostenuto. L’avvocato della difesa, Alessia Sangiorgio, ha evidenziato la dinamica reciproca degli abusi, sottolineando la differenza di corporatura tra i due e mettendo in dubbio la veridicità delle accuse di maltrattamento da parte di Paola. Inoltre, episodi specifici citati dagli inquirenti sono stati riconfigurati durante il processo, dimostrando una realtà domestica complessa e lontana dalla narrazione iniziale.

Le testimonianze e la sentenza

Le testimonianze delle figlie della coppia e gli episodi specifici discussi in aula hanno gettato ulteriore luce sulla situazione familiare. Una delle figlie ha ricordato come entrambi i genitori fossero ugualmente coinvolti nelle dinamiche di violenza. Inoltre, episodi precedentemente interpretati come gravi si sono rivelati meno significativi alla luce delle testimonianze dirette. La procura, rappresentata da Filomena Angiuni, ha concluso per l’assoluzione di M.M., affermando che gli eventi contestati non erano sufficienti a sostenere le accuse iniziali.