Ghali pubblica una foto alla Mecca, il web si rivolta: “Ipocrita”

Ghali ha condiviso su  suoi social una fotografia che lo ritrae alla Mecca in occasione del termine del Ramadan

Questa immagine ha suscitato un acceso dibattito all’interno della sua cerchia dei follower, evidenziando opinioni divergenti riguardo alla sua partecipazione e alla sua identità religiosa.

Le diverse opinioni

La foto di Ghali in preghiera di fronte alla Kaaba, il sacro santuario per i musulmani, ha generato reazioni contrastanti tra coloro che lo seguono sui social. Mentre alcuni hanno lodato la sua presenza alla Mecca e la sua manifestazione di fede, altri hanno espresso critiche, focalizzandosi principalmente sui tatuaggi visibili sul suo corpo, considerati incompatibili con le pratiche religiose islamiche.

Alcuni commenti hanno evidenziato l’apparente ipocrisia nel praticare il Ramadan mentre si possiedono tatuaggi, mentre altri hanno sostenuto la sua scelta e lo hanno incoraggiato nel suo percorso religioso: “”Ghali non sa che è proibito avere i tatuaggi nella religione islamica? Il rapper non sa che non si può effettuare il Ramadan con i tatuaggi? Apoteosi dell’ipocrisia”. 

In particolare, c’è stata una discussione riguardo alla rappresentazione di Ghali come figura pubblica musulmana in Italia e in Occidente, con alcuni che hanno espresso preoccupazioni sul suo impatto sull’immagine dell’Islam nel contesto occidentale.

Le dichiarazioni di Ghali

In risposta alle polemiche, Ghali ha espresso il suo punto di vista riguardo alla sua fede e alla sua identità religiosa. Ha ribadito il suo orgoglio nell’essere musulmano e ha sottolineato la sua ferma opposizione all’associazione tra Islam e terrorismo. Ghali ha sottolineato che la parola “Islam” significa letteralmente “pace” e ha invitato alla comprensione e al rispetto delle varie interpretazioni della religione.

Riguardo alle critiche sui suoi tatuaggi e alla loro compatibilità con il Ramadan, Ghali ha difeso la sua libertà individuale nella pratica della religione, sottolineando che la fede è una questione personale e che ognuno dovrebbe essere libero di esprimerla a modo proprio. Ha inoltre respinto i tentativi di demonizzare l’Islam e ha invitato alla coesistenza pacifica e al rispetto reciproco tra le diverse comunità religiose. Queste le sue parole: “Non c’è capitolo del Corano in cui c’è scritto di uccidere. Chi uccide e chi si vendica non è musulmano. La traduzione letterale di “Islam” è “pace”. Smettetela di farmi sentire sbagliato a essere musulmano. non potrò cancellarlo da me ed è giusto che ognuno di noi decida per sé senza imporlo a nessuno. Non facciamoci influenzare da chi vuole farci passare per mostri perché siamo solo gli ennesimi a cui vogliono cancellare la storia”.