Alessia Pifferi, il Pm chiede l’ergastolo e poi dice: “Il mio compito finisce qua, ora la affido a voi, abbiate cura”

La Procura di Milano chiede l’ergastolo per Alessia Pifferi, accusata di aver causato la morte della figlia Diana, lasciandola sola per sei giorni

Il processo contro Alessia Pifferi

Durante l’ultima udienza al tribunale di Milano, il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha richiesto la condanna all’ergastolo per Alessia Pifferi, 38 anni, accusata di omicidio volontario pluriaggravato. Pifferi è sospettata di aver lasciato morire la figlia Diana, di soli 18 mesi, abbandonandola in casa senza cibo né acqua per sei giorni. “Oggi finisce il mio cammino accanto a Diana“, ha dichiarato il PM De Tommasi, “la affido a voi, abbiatene cura”.

Le dichiarazioni di Alessia Pifferi

“All’inizio dell’udienza, Alessia Pifferi ha avuto la possibilità di esprimersi con dichiarazioni spontanee. “Non sono un’assassina né un mostro, sono una mamma che ha perso sua figlia e non ho mai pensato che potesse accadere una cosa del genere alla mia bambina”, ha detto Pifferi. Ha inoltre parlato delle difficoltà della sua infanzia e ha ribadito che la morte di Diana non era un evento che aveva previsto o voluto.

Gli argomenti della pubblica accusa

Il processo non presenta complessità nella ricostruzione dei fatti secondo il PM De Tommasi. Il 14 luglio 2022, Pifferi lasciò Diana da sola in casa per recarsi a Leffe da un compagno. Pifferi mentì ai familiari dicendo di aver lasciato la bambina con la sorella, mentre agli amici disse di averla portata con sé. “Se non avesse voluto provocare la morte della bambina lo avrebbe detto, avrebbe evitato che la piccola restasse da sola e avrebbe anche potuto contattare le forze dell’ordine e la sorella così sarebbero arrivati in poco tempo”, sostiene De Tommasi. Per lui, il trolley trovato pronto in casa è prova che Pifferi intendeva abbandonare Diana.