Stellantis: cassa integrazione per operai, aumento milionario per il Ceo

La controversia cresce tra la dirigenza e la forza lavoro dello stabilimento automobilistico, con forti discrepanze salariali.

Contrasti in aumento tra management e lavoratori

Più di duemila operai dello stabilimento di Mirafiori, dedicati alla produzione della Fiat 500 elettrica e delle auto Maserati, si troveranno in cassa integrazione a partire dal prossimo lunedì, 22 aprile, fino al 6 maggio. Questa situazione arriva dopo periodi simili di cassa integrazione e contratti di solidarietà che hanno già coinvolto altri dipendenti della stessa azienda. I sindacati, che hanno recentemente manifestato a Torino, interpretano questi sviluppi come una conferma delle loro preoccupazioni riguardo la gestione dell’azienda e la mancanza di nuove iniziative produttive a Mirafiori.

Dichiarazioni in contrasto e piani futuri

 Durante l’ultima assemblea degli azionisti di Stellantis, il presidente John Elkann ha lodato i risultati ottenuti, enfatizzando l’importante ruolo che l’Italia, insieme agli Stati Uniti e alla Francia, avrà nel futuro del gruppo. Il CEO Carlos Tavares ha evidenziato le sfide del 2024 e annunciato un aumento del 60% nel portafoglio di veicoli elettrici, che raggiungerà 48 modelli. Nonostante queste prospettive positive, l’aumento del 55% dello stipendio di Tavares, che ora ammonta a 23,5 milioni di euro, ha sollevato critiche e malcontento tra i lavoratori, evidenziando un forte contrasto con la situazione dei dipendenti.

Le reazioni dei sindacati e le richieste di intervento

La Fiom-Cgil ha espresso forte disappunto per l’aumento salariale di Tavares, paragonandolo all’ingresso annuale di circa mille operai. I sindacalisti sollecitano un rilancio significativo degli stabilimenti con nuove linee produttive e investimenti in ricerca e sviluppo, nonché garanzie occupazionali. Hanno inoltre chiesto un incontro urgente con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con il CEO di Stellantis per discutere le prospettive e le politiche industriali necessarie a salvaguardare il futuro del settore automotive in Italia.