Dopo la diagnosi di tumore inoperabile che non le dava speranze, si salva grazie alla fondazione Nadia Toffa

Dopo aver scoperto un tumore cerebrale inoperabile poco dopo il suo matrimonio, Antonella Guidi, 42 anni, ha trovato una nuova speranza grazie all’intervento della Fondazione Nadia Toffa Onlus e al coraggio di non arrendersi mai.

La diagnosi che cambia la vita

Antonella Guidi aveva appena iniziato la sua nuova vita da sposata quando i primi sintomi hanno iniziato a manifestarsi: vertigini e parestesia facciale un mese dopo il matrimonio nel settembre 2019. La sua ricerca di cure la porta all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, dove riceve una diagnosi devastante: un meningioma cerebrale in una posizione che lo rende inoperabile.

La lotta per una soluzione

Nonostante le opinioni di diversi medici e un trattamento iniziale di cortisone inefficace, Antonella non si dà per vinta. Si sottopone a una procedura di “cyberknife” all’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, un trattamento radioterapico di precisione che, purtroppo, le fa perdere la vista all’occhio destro e ridurre quella all’occhio sinistro. Ma il tumore rimane, posizionato nel seno cavernoso, un’area difficilissima da trattare chirurgicamente.

La svolta grazie alla Fondazione Nadia Toffa Onlus

La svolta arriva quando Antonella si rivolge alla Fondazione Nadia Toffa Onlus. Un articolo online attira l’attenzione del dottor Matteo de Notaris, specialista in neurochirurgia, neuroncologia e neuroendocrinochirurgia. Il dottor de Notaris, dopo averla visitata il 9 gennaio, le comunica che è possibile operare il tumore attraverso una microchirurgia endonasale e transorbitaria.

Un nuovo inizio

Il 17 aprile, Antonella subisce un intervento di dieci ore in anestesia totale all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. L’operazione si rivela un successo. Sebbene persistano dolori all’occhio destro e fitte alla testa, le vertigini sono quasi sparite. Antonella si sente rinata, pronta a vivere un futuro che, fino a poco tempo prima, sembrava negato.

Messaggio di speranza

Ora, Antonella vuole che la sua storia sia di ispirazione per chiunque affronti difficoltà sanitarie: “Non fermatevi alla prima diagnosi e alle porte chiuse”, afferma. La sua esperienza dimostra l’importanza di cercare sempre una seconda opinione e di non perdere mai la speranza.