Dopo l’aggressione ad una maestra da parte del clan Spada, il Sindaco gela tutti: “Evitiamo … ora siamo vicini alle elezioni”

A Ostia, una maestra è stata aggredita dalla moglie di un membro del clan Spada. Nonostante l’incidente, il presidente del Municipio minimizza, mentre la Lega denuncia le sue parole come inaccettabili.

Un atto di violenza che scuote la comunità

Nel tranquillo quartiere di Ostia Nuova, la tensione si taglia con il coltello. Una maestra, mentre usciva dalla scuola, è stata brutalmente aggredita con schiaffi e calci dalla moglie di un esponente del noto clan Spada. L’aggressione non è stata solo fisica ma anche verbale, con minacce chiare e intimidazioni: “Ricordati sempre che noi siamo gli Spada,” le ha detto la donna, secondo quanto riportato dai carabinieri. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di paura e omertà che sembra avvolgere l’area, con la dirigenza scolastica e altre autorità locali che preferiscono il silenzio.

Reazioni e commenti contrasti delle autorità

Mentre la scuola si prepara a costituirsi parte civile in un eventuale processo, il presidente del X Municipio, Mario Falconi, chiede di non esagerare l’attenzione su questo caso, commentando che “Ostia non è Caivano … La criminalità organizzata c’è, ma evitiamo strumentalizzazioni di ogni genere, soprattutto adesso che siamo vicini alla campagna elettorale». Queste parole hanno suscitato indignazione, specialmente da Monica Picca, capogruppo Lega nel X Municipio, che critica duramente Falconi per la sua apparente sottovalutazione dell’incidente: “Parole gravissime di Falconi, come istituzioni non possiamo stare in silenzio,” afferma. Nel frattempo, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha contattato la maestra e il preside, assicurando: “Lo Stato non vi lascerà soli.”

La Comunità di Ostia tra paura e coraggio

La comunità di Ostia si trova divisa su come reagire e interpretare l’incidente. Catia Iori, una residente locale e attivista, esprime la sua preoccupazione per la sicurezza nel quartiere: “Ci sono zone di Ostia dove quasi bisogna girare armati la sera.” Allo stesso tempo, Stefano Di Tomassi, operatore pedagogico, sottolinea la necessità di ascolto e accoglienza per comprendere la fonte della rabbia in queste aree. Adolfo Properzi, del comitato promotore per Ostia Comune, ribadisce che non si può criminalizzare una città intera per le azioni di pochi, ma un commerciante anonimo ricorda la crescente determinazione nel denunciare questi soprusi: “Da questo punto di vista e facendo rumore sappiamo che se denunciamo siamo tutelati.”