Chiara Ferragni, cosa se ne faceva di tutti i vestiti e accessori che le regalavano i brand, tra estrazioni a sorte tra i dipendenti e “svuotone natalizio”

Chiara Ferragni, nota fashion blogger e influencer di fama mondiale, riceve da sempre una quantità impressionante di vestiti e accessori da brand che sperano di vedere i loro prodotti indossati dalla star. Fabiano Minacci ci porta dietro le quinte di questo processo nel suo articolo, basato sul libro Il Vaso di Pandoro di Selvaggia Lucarelli.

Il flusso quotidiano di pacchi e la selezione dei capi

Chiara Ferragni, nonostante la sua presenza sporadica in ufficio, aveva un sistema ben organizzato per gestire l’arrivo quotidiano di vestiti, accessori e prodotti beauty. I dipendenti erano incaricati di fotografare e inviare a Chiara via WhatsApp tutti gli articoli ricevuti. Lei, da remoto, decideva quali pezzi le piacevano e quali no. I capi scelti venivano poi inviati direttamente a casa sua per un ulteriore controllo.

La divisione dei capi non selezionati

I vestiti e gli accessori che non catturavano l’interesse di Ferragni non venivano scartati, ma avevano una seconda vita all’interno dell’ufficio. Venivano accumulati in un magazzino e, periodicamente, divisi tra i dipendenti. Questa pratica era particolarmente attesa, in quanto i dipendenti potevano accedere a prodotti di varie fasce di prezzo, dai brand più economici a quelli di lusso, escludendo eccezioni come Hermes e Chanel, noti per non fare regali.

L’estrazione a sorte e lo ‘svuotone’ biannuale

Il clima natalizio e una sessione estiva trasformavano l’ufficio di Chiara Ferragni in una sorta di mercatino. Due volte l’anno, i dipendenti avevano la possibilità di “entrare nella stanza” dove i capi non voluti erano accumulati e scegliere ciò che preferivano. Questo evento, conosciuto come “lo svuotone”, era un’opportunità per i dipendenti di arricchire il proprio guardaroba, e talvolta di rivendere gli articoli su piattaforme come Vinted.