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Travolta da un pirata della strada a Milano: “Io ferita, lui è ancora libero. E nessuno mi ha protetta”

Giulia Sorrentino racconta la sua odissea dopo l’incidente del 22 febbraio: “Abbandonata tra le carte e il silenzio delle telecamere”.

Lo schianto e l’abbandono in strada

Erano circa le 3 del mattino del 22 febbraio 2025 quando Giulia Sorrentino, a bordo della sua auto, è stata centrata in pieno da un’altra vettura all’incrocio tra via Castaldi e via Settala, nel cuore di Milano. L’impatto violentissimo, la sua macchina distrutta, il corpo stordito dal colpo e il pirata della strada fuggito senza fermarsi, lasciandola da sola sull’asfalto.

Il mio ginocchio ha ceduto. La mia mente, anche. Ero chiusa dentro un’auto accartocciata, sotto choc, mentre la gente guardava”, scrive Giulia in una lettera-denuncia inviata a Fanpage.it. È sopravvissuta, ma da quel momento è iniziato un calvario burocratico e personale.

Nessun colpevole, danni a carico della vittima

Nonostante l’alcol test negativo e la dinamica chiara, l’assenza di un colpevole ha lasciato ogni conseguenza sulle sue spalle: auto da rottamare, assicurazione insufficiente, costi medici da sostenere e una ferita fisica che le richiederà terapie lunghe e in parte scoperte. “La mia patente ha vent’anni, mai un incidente con colpa. Ora non riesco più nemmeno a guidare”, racconta.

La polizia locale è intervenuta, ha effettuato i rilievi, ma a oltre due mesi di distanza il responsabile è ancora ignoto. E, ciò che più ferisce, è il vuoto lasciato dalla rete di videosorveglianza cittadina.

Telecamere inutili: “Milano finge di vedere”

Mi è stato detto che l’unico video disponibile riprende l’impatto, ma non consente di leggere la targa”, spiega Giulia. Eppure la zona di Porta Venezia è densamente coperta da telecamere: via Settala, viale Vittorio Veneto, via Lazzaretto e persino il Carrefour Express. E allora, perché nessuna immagine utile?

La città che promette sicurezza, denuncia Giulia, “sembra cieca quando dovrebbe proteggerci. Si attiva per le multe, ma si dissolve nel silenzio se devi trovare giustizia”. Una rete da milioni di euro che non ha fatto la differenza nella notte in cui una vita è stata spezzata, anche se non tolta.

“Non sono un numero, né una pratica da archiviare”

Sorrentino racconta di aver fatto tutto secondo le regole: ha presentato documenti, seguito l’iter burocratico, ora si prepara a presentare un esposto alla Corte dei Conti per chiedere trasparenza su come vengono utilizzati i fondi destinati alla sicurezza. Ma, denuncia, “ad oggi – 1° maggio – non ho ancora ricevuto nemmeno il verbale dell’incidente”.

E poi, rivolgendosi direttamente all’autore della fuga: “Hai distrutto un’auto, il mio ginocchio, la mia fiducia. Non ti sei fermato, non ti sei voltato. Ti sei comportato come uno scarafaggio alla luce. La giustizia forse non ti troverà, ma la vita, quella sì. Ti presenterà il conto”.

Il diritto a non essere dimenticati

La lettera di Giulia non è solo una denuncia personale, ma un grido collettivo per chi ha vissuto storie simili. “Parlo anche per chi oggi non può più farlo, proprio per colpa di un pirata della strada”, conclude. Una voce che chiede ascolto, rispetto, risposte. E soprattutto giustizia.