Arresto per chi aggredisce i Professori, Vittorio Feltri “La scuola non è una zona di guerra. Un insegnante non deve uscire di casa con elmetto”
Il giornalista appoggia la proposta del ministro Valditara: pene più severe e arresto obbligatorio per chi picchia insegnanti e presidi
Inasprimento delle pene e arresto in flagranza per aggressori di insegnanti
Il disegno di legge promosso dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara introduce una stretta senza precedenti contro le aggressioni fisiche subite da docenti e dirigenti scolastici. La misura prevede l’arresto obbligatorio in flagranza di reato per chi provoca lesioni personali a un insegnante o a un preside, con un aumento delle pene in base alla gravità dell’episodio. L’arresto, che non si applica ai minori, riguarda esclusivamente gli atti fisici – restano escluse, quindi, le offese verbali – e modifica l’articolo 380 del codice di procedura penale, includendo anche le situazioni di quasi-flagranza già riconosciute dalla giurisprudenza.
Contestualmente, viene modificato anche l’articolo 583 quater del codice penale: le lesioni lievi non saranno più punite con sei mesi o tre anni di reclusione, ma con una pena compresa tra due e cinque anni. Il provvedimento arriva dopo un aumento delle aggressioni negli istituti scolastici: se nel biennio 2022-2023 i protagonisti erano soprattutto gli studenti, nell’anno scolastico 2023-2024 e in quello attuale a colpire sono sempre più spesso i genitori.
Feltri: “Ben venga una legge che fermi questa deriva”
A sostenere con forza l’iniziativa è Vittorio Feltri, che su Il Giornale firma un editoriale schierato senza esitazioni al fianco del ministro Valditara. «Non è esagerato, anzi, era ora», scrive il giornalista, sottolineando l’urgenza di riportare sicurezza e rispetto nelle aule scolastiche. Per Feltri, la scuola non può più essere un terreno in cui educatori vivono nella paura: «Nessun docente dovrebbe andare a scuola con la paura di essere aggredito».
Nel suo intervento, Feltri rievoca un passato in cui il ruolo del professore era socialmente rispettato e riconosciuto. Oggi, al contrario, «gli studenti trovano spesso complicità in famiglie pronte a giustificarli, e i genitori violenti aggrediscono gli insegnanti». E osserva con amarezza: «Se un ragazzo veniva rimproverato, non correva a casa a piangere per poi scatenare la rabbia dei genitori».
Scuola, famiglia e responsabilità: serve un cambio di rotta
Per il ministro Valditara, i recenti episodi documentano una deriva inaccettabile. In conferenza stampa, ha riportato alcuni casi emblematici: a Roma, una docente è stata perseguitata e aggredita con un bastone da due genitori; in Calabria, un insegnante è finito in ospedale con prognosi riservata dopo essere stato preso a pugni per via di una valutazione sgradita; in Emilia-Romagna, un padre ha colpito un docente con calci e pugni, causandogli ferite giudicate guaribili in 15 giorni.
Di fronte a questa escalation, Feltri lancia un messaggio chiaro: «La famiglia deve insegnare il rispetto, ma se i genitori sono i primi a comportarsi da criminali, serve una legge che li fermi». Per il giornalista, la scuola deve tornare ad essere un luogo di civiltà, non di violenza. «Ben venga un provvedimento che metta un freno a questa deriva», conclude. Una posizione che fa eco alle parole del ministro: «Un insegnante, un dirigente scolastico non si toccano. Un educatore che lavora per i nostri figli non si tocca».
Era ora come dice il Direttore Feltri…persona schietta e burbera al punto giusto e che ammioro m,olto …serve riportare nelle scuolle Serietà e Rispetto verso i Presidi, i Docenti e tutti i collaboratori scolastici….