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Del Debbio demolisce l’illusione dell’asse franco-tedesco, “Macron? Un imbucato. Merz? Un debole”

Friedrich Merz guida il nuovo governo tedesco dopo un secondo turno al cardiopalma. Macron rilancia l’asse franco-tedesco, ma in Italia piovono critiche.

Merz cancelliere, ma senza trionfo: coalizione al minimo storico

Con un risultato ottenuto al fotofinish, la Germania ha scelto il suo decimo cancelliere: si tratta di Friedrich Merz, leader del blocco democristiano CDU/CSU, che ha prevalso al secondo turno dopo un primo passaggio parlamentare segnato da un inaspettato flop.

«Che giornata», ha dichiarato a caldo Merz, visibilmente provato dalla tensione delle ultime ore. L’Unione ha formato una coalizione centrista fragile, costretta da numeri risicati a mediazioni continue. La debolezza dell’esecutivo è già evidente e rappresenta un punto d’allerta per l’equilibrio europeo.

Macron rilancia l’asse con Berlino, ma Del Debbio lo gela

Chi invece ha colto subito l’occasione per rilanciare il dialogo europeo è stato Emmanuel Macron, che ha parlato di un nuovo “motore dell’alleanza” tra Francia e Germania, sottolineando la consonanza politica con Merz. Un entusiasmo che però non ha convinto tutti.

Durante l’ultima puntata del talk show 4 di Sera su Rete 4, il conduttore Paolo Del Debbio ha attaccato frontalmente il presidente francese:
«Pensavo che dopo essere stato buttato fuori come un bambinetto dal dialogo tra Trump e Zelensky a San Pietro avesse capito qualcosa. Invece si propone ancora come l’asse franco-tedesco».
E rincara la dose: «Macron ha un governo debole, Merz parte con un esecutivo altrettanto debole, e lui parla di nuovo motore: faccio fatica a capire. Ma soprattutto mi preoccupa. L’Europa ha bisogno di governi forti e stabili».

“Somma di debolezze”, AfD sorvegliata speciale

In studio anche Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, che ha sintetizzato con toni cupi: «L’Europa è una somma di debolezze». Una riflessione che trova sponda anche nell’analisi del quadro tedesco, dove a preoccupare è l’ascesa della destra radicale di AfD, guidata da Alice Weidel.

«Non solo è esclusa dal governo, ma è stato richiesto dall’autorità di considerarla non votabile perché xenofoba. Non lo sapevano prima delle elezioni?», ha ironizzato Del Debbio, sollevando dubbi sulla gestione democratica del consenso e sulla credibilità dell’intero sistema politico tedesco.

La sensazione, condivisa da più analisti, è che l’Europa attraversi una fase di transizione fragile, dove leadership deboli e spinte populiste convivono in un equilibrio instabile. E il nuovo governo tedesco, nato già sotto pressione, ne è forse il simbolo più evidente.