Conte bordata a Grillo: “Un errore del passato”, poi attacca Meloni: “Firma tutto in silenzio per compiacere Berlino”
Seconda apparizione in meno di 24 ore su La7 per l’ex premier. Bordata a Grillo, frecciate a Pd e Avs, e un affondo finale sul governo: “Firma il patto franco-tedesco e tace”
Conte smentisce le origini grilline: “Uno non vale uno? Un errore del passato”
Giuseppe Conte rompe definitivamente con uno dei pilastri identitari del Movimento 5 Stelle. Ospite di David Parenzo a L’Aria che tira, l’ex presidente del Consiglio ha lanciato una stoccata diretta a Beppe Grillo, segnando un solco sempre più profondo con il fondatore del Movimento:
“Quando c’è un incarico pubblico uno non vale affatto uno. Occorrono etica, capacità e competenza. È stato un grande errore del passato”, ha dichiarato, aggiungendo: “Anche un semplice cittadino può dare un contributo, ma deve fare un percorso”.
Una frase che di fatto sconfessa il principio-base del grillismo originario, basato sull’idea di una democrazia partecipata e senza élite. Un modo per marcare la svolta istituzionale del nuovo M5s, ma anche per distanziarsi da una stagione che, per molti, resta ingombrante.
Dialogo col centrosinistra, ma “ci bocciamo tutto a vicenda”
Conte ha parlato anche dei rapporti con il centrosinistra, facendo il punto sul dialogo con PD e Alleanza Verdi e Sinistra.
“Stiamo lavorando su specifiche questioni, ci sentiamo spesso. Ma poi ogni volta ci bocciamo tutto a vicenda”, ha osservato, citando il salario minimo come uno dei dossier su cui la convergenza si è arenata in Parlamento. Un messaggio che suona come un appello alla coerenza, ma anche come un monito alla sinistra per evitare una frammentazione che rischia di pesare alle urne.
Sul tema della sicurezza sul lavoro, Conte ha liquidato come “inadeguato” l’approccio del governo: “Non è che se mi sposti un fondo da una posta a un’altra risolvi…”.
“Meloni firma in silenzio per favorire Berlino”
Chiusura con un attacco frontale al governo: “Meloni ha sottoscritto il patto di stabilità franco-tedesco senza fiatare”, ha accusato Conte, riferendosi all’accordo sostenuto da Germania e Francia sui vincoli di bilancio europei.
“È ritornata a Bruxelles con Crosetto a chiedere lo scorporo delle spese militari per favorire la Germania e poi ha firmato anche il piano di riarmo. Quando deve parlare? Ha avuto tante occasioni”, ha incalzato, accusando la premier di docile adesione alle logiche europee senza difendere adeguatamente gli interessi italiani.