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Zaia sfida il governo sul fine vita: “State fermi e ci penseranno i giudici, come per Eluana. Basta ipocrisie”

Il presidente del Veneto attacca sul caso Toscana e chiede una legge nazionale: “Non è questione di destra o sinistra, ma di civiltà”

“Serve una legge sul fine vita, non si può far finta di nulla”

Luca Zaia, presidente del Veneto, rompe il silenzio e chiede con forza al governo di aprire il confronto con le Regioni sul tema del suicidio assistito, che preferisce chiamare “gestione del fine vita”. In un’intervista al Corriere della Sera, il governatore veneto invita l’esecutivo a smettere di ignorare la questione e a intervenire con una legge nazionale, superando quello che definisce “un’ipocrisia tutta italiana”.

“Bisogna uscire da questa ipocrisia di far finta che il tema non esista. Esiste eccome. Il governo ascolti le Regioni, che di questo argomento, loro malgrado, si devono occupare quotidianamente”, dichiara Zaia. L’affondo arriva all’indomani dell’impugnazione da parte del governo della legge regionale toscana sul fine vita, giudicata lesiva delle competenze statali.

“Se è materia dello Stato, lo Stato legiferi”

Il governatore accetta la decisione dell’esecutivo, ma rilancia: “Ne prendiamo atto. E che sia competenza dello Stato è ciò che ha detto anche la Corte, sollecitando il Parlamento. Con coerenza il governo impugna una legge per rivendicare la propria competenza, con altrettanta coerenza dovrebbe fare questa legge di propria competenza”.

Zaia avverte che l’assenza di una norma chiara rischia di portare a nuovi casi come quello di Eluana Englaro. “Altrimenti finirà per accadere di nuovo ciò che è successo a Eluana Englaro: un padre che ottiene la sospensione dell’alimentazione artificiale con una sentenza di Tribunale. Un Paese civile non dovrebbe gestirla così”.

“Tema etico, non politico. Basta con gli schieramenti”

Secondo Zaia, la gestione del fine vita non può essere trattata come un terreno di scontro ideologico: “È un tema etico, non di destra o sinistra. C’è un mantra: che chi è contro il fine vita è di destra. Beh, io non sono di sinistra, e sappiamo che a sinistra ci sono sacche importanti di persone che non sono d’accordo con la gestione del fine vita”.

L’invito è a trovare una sintesi ampia e trasversale: “Proprio che ci siano favorevoli e contrari in entrambi gli schieramenti è la prova che è un tema etico e non politico. È il momento di trovarci attorno a un tavolo, ascoltando le istanze di tutti. Se non arriveremo alla legge in maniera programmata e per scelta, la subiremo per necessità”.