Qatargate, bufera sul Pd: Gualmini e Moretti verso la revoca dell’immunità al Parlamento Ue
Nel mirino delle autorità belghe due eurodeputate dem sospese dal gruppo S&D. Dopo il caso Salis, un nuovo fronte si apre a sinistra.
Il caso Salis non è l’unico: ora tocca a Gualmini e Moretti
Dopo settimane di attenzione mediatica concentrata su Ilaria Salis, un’altra vicenda scuote la delegazione italiana al Parlamento europeo, e stavolta coinvolge direttamente il Partito Democratico. Le eurodeputate Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti, attualmente sospese dal gruppo S&D, sono infatti al centro di una richiesta di revoca dell’immunità parlamentare avanzata dalla Procura federale belga nell’ambito del filone ancora aperto del Qatargate, la maxi-inchiesta su presunte corruzioni e ingerenze straniere nelle istituzioni europee.
Avviata la procedura: tappe e scenari
La questione è approdata ufficialmente alla Commissione Affari giuridici (JURI) del Parlamento Ue, che ha avviato un primo scambio preliminare di opinioni. La prossima fase è prevista per il 4 e 5 giugno, quando Moretti e Gualmini saranno ascoltate ufficialmente dai commissari. A seguire, sarà elaborata una relazione riservata con raccomandazioni, che sarà votata a porte chiuse dalla stessa JURI.
Il documento passerà poi in plenaria, presumibilmente tra il 7 e il 10 luglio. Tuttavia, fonti parlamentari suggeriscono che l’esame finale potrebbe slittare alla plenaria di settembre (8-11), vista una riunione ulteriore della commissione il 14-15 luglio.
Non esiste un calendario prestabilito per i procedimenti relativi all’immunità: ogni caso segue una tempistica variabile, anche in base alle richieste di approfondimenti o documenti integrativi da parte degli eurodeputati coinvolti.
Le accuse e lo scenario politico
Gualmini e Moretti non risultano formalmente imputate, ma i loro nomi compaiono nell’ambito dell’indagine belga che ha già coinvolto diverse figure di primo piano dell’Eurocamera. La sospensione dal gruppo socialista, giunta mesi fa in via precauzionale, rappresenta già un segnale di allerta interna al partito, ora costretto a fronteggiare una nuova grana giudiziaria in piena campagna elettorale per le Europee.
Un caso che inevitabilmente si intreccia con quello di Ilaria Salis, candidata di AVS, il cui destino giudiziario – e politico – è a sua volta legato al voto sull’immunità, alimentando il dibattito sull’uso politico della protezione parlamentare e sulle differenti valutazioni riservate a casi profondamente diversi ma altrettanto delicati.