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Boldrini accusa Meloni: “Carceri piene e voi create nuovi reati”

L’ex presidente della Camera interviene dopo una visita nel carcere di Grosseto: “Condizioni critiche, il governo punta solo alla repressione”.

Visita a Grosseto, Boldrini denuncia: “Situazione insostenibile”

Dopo una visita effettuata presso la casa circondariale di Grosseto, l’ex presidente della Camera ed esponente del Partito Democratico, Laura Boldrini, ha sollevato nuove critiche sul tema del sovraffollamento carcerario e sul contenuto del recente decreto Sicurezza. “Su una capienza regolamentare di 15 persone, al momento ne sono detenute 26 che in alcune circostanze diventano 30. Prossimamente potrebbero arrivare a 33”, ha dichiarato l’onorevole.

Secondo Boldrini, la condizione delle carceri italiane, già fortemente sotto pressione, rischia di aggravarsi ulteriormente a causa di nuove misure introdotte dal governo. “Il governo Meloni, invece di pensare misure risolutive, continua a inventare nuovi reati e ad alzare le pene”, ha affermato. L’esponente del Pd ha poi definito il provvedimento in questione “cosiddetto decreto Sicurezza che dovremmo chiamare ‘decreto repressione’”.

Critiche al nuovo provvedimento: “Anche la resistenza passiva diventa reato”

Nel mirino di Laura Boldrini c’è in particolare una delle nuove disposizioni previste dal decreto, ovvero l’introduzione della resistenza passiva tra i reati applicabili ai detenuti. Una scelta che, secondo l’ex presidente della Camera, colpirebbe anche comportamenti non violenti. “Un provvedimento che prevede, tra l’altro, nuovi reati per i detenuti anche in caso di resistenza passiva, cioè totalmente non violenta”, ha dichiarato.

La misura è stata pensata per contrastare situazioni che, secondo le autorità penitenziarie, possono compromettere la sicurezza nelle strutture. Tra i casi citati, il rifiuto di alcuni detenuti a rientrare in cella o la resistenza a interventi della Polizia Penitenziaria in situazioni di emergenza, anche senza uso diretto della violenza.

Un problema strutturale che attraversa i governi

Le considerazioni di Boldrini si inseriscono in un dibattito di lunga data sulla condizione delle carceri italiane, segnata da un sovraffollamento cronico. Durante il suo mandato alla presidenza della Camera, tra il 2013 e il 2018, sotto tre governi a guida Pd (Letta, Renzi, Gentiloni), il problema era già ampiamente presente. I dati di allora indicavano un tasso medio di affollamento superiore al 120%, con punte ancora più critiche in alcune strutture.

Nonostante le riforme avviate in quegli anni, la questione del sovraffollamento non è mai stata pienamente risolta e resta al centro dell’agenda politica e sociale. Le recenti dichiarazioni di Boldrini tornano quindi a porre l’attenzione sulla necessità di un approccio strutturale alla giustizia penale e al sistema detentivo italiano.