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Grillo esce dal silenzio e affila la lama, “Giuseppe Conte, ti rovino in tv”

Grillo studia il ritorno in scena: docufilm, satira e conti in sospeso con Conte. Addio al Movimento o ultima mossa da guastatore?

Silenzio strategico o resa definitiva? L’ombra lunga del garante scomparso

Da mesi è sparito dal dibattito politico, eppure Beppe Grillo continua ad aleggiare sul destino del Movimento 5 Stelle. Dopo aver lasciato intendere che non si sarebbe piegato al “nuovo corso” impresso da Giuseppe Conte, il comico genovese ha fatto perdere le sue tracce. Nessun attacco frontale, nessuna conferenza stampa, nessuna minaccia pubblica di strappo. Solo silenzio.

Ma davvero Grillo si è rassegnato a farsi da parte? O sta preparando qualcosa sotto traccia, magari ben più spettacolare di un comunicato politico?

Grillo in tv? L’idea di un docufilm per sabotare Conte

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Beppe Grillo starebbe lavorando a un docufilm: una sorta di ritorno alle origini, tra palco, satira e confessioni personali. Non solo un racconto, ma forse anche un’arma mediatica per colpire Conte senza passare per la politica. Un’operazione che potrebbe portarlo su una piattaforma come Netflix o Prime Video, o – con un colpo a sorpresa – su una rete televisiva. E non è da escludere un ritorno al Nove, canale che già nel 2023 lo aveva ospitato nel salotto di Fabio Fazio.

Quando sarà il momento, si farà sentire”, fa sapere chi gli è vicino. E se il campo di battaglia non sarà quello giudiziario – dopo che la sua controffensiva a colpi di avvocati sembra essersi arenata – potrebbe scegliere quello televisivo, dove Grillo sa ancora come far rumore.

Il vero scontro? I soldi del Movimento

Dietro il gelo tra Grillo e Conte, secondo molti, c’è il controllo del “tesoretto” del Movimento: circa due milioni di euro. Denaro congelato, conteso, finito al centro di un braccio di ferro sotterraneo che ha raffreddato del tutto i rapporti tra il fondatore e il nuovo capo politico.

Conte, nel tempo, ha progressivamente estromesso Grillo dalle dinamiche interne, riducendolo a un garante silente. Una figura simbolica, svuotata però di qualsiasi potere reale. E Grillo – che non ha mai amato le retrovie – potrebbe ora scegliere una “exit strategy” spettacolare, con un addio definitivo o un clamoroso colpo di teatro.

Per ora tace. Ma il suo silenzio, per chi lo conosce, è tutto fuorché un segno di resa.

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Francesco Paolo Antonicelli