Italia & Dintorni

Tajani alza il tono contro Pd e manifestanti pro Palestina: “Strumentalizzano il dolore, noi salviamo vite”

Il ministro degli Esteri prende le distanze dal corteo del 7 giugno a Roma e rivendica il ruolo dell’Italia nei soccorsi a Gaza.

Critiche a chi manifesta: “Solo slogan, nessuna proposta concreta”

Alla vigilia della manifestazione prevista a Roma per sabato 7 giugno, il ministro degli Esteri Antonio Tajani prende una posizione netta contro chi parteciperà al corteo pro Palestina. In una dichiarazione destinata a far discutere, il vicepremier ha affermato:

“Ognuno organizza le sue manifestazioni. Non si è obbligati a partecipare. Lavora più per la pace chi porta 700 palestinesi e salva la vita a tanti bambini di chi gira con la kefiah e strumentalizza le vittime di un massacro che è inaccettabile. Non ho visto una proposta concreta di questi che organizzano manifestazioni. Qual è la proposta concreta? Ritirare l’ambasciatore d’Israele? Pensate che si costruisca la pace se lo ritirassimo? Senza di lui non sarebbero entrati i camion di Food for Gaza”.

Con queste parole, Tajani ha voluto marcare una distanza netta tra l’azione diplomatica e umanitaria del governo e le piazze italiane, accusate di limitarsi alla protesta senza avanzare soluzioni percorribili.

Il ruolo dell’Italia nei corridoi umanitari per Gaza

Nel suo intervento, Tajani ha anche difeso con forza il lavoro svolto dal governo guidato da Giorgia Meloni, sottolineando il contributo italiano nel portare aiuti alla popolazione civile di Gaza.

“L’unico Paese che è riuscito a far entrare una colonna di camion per portare beni alla popolazione palestinese attraverso una organizzazione delle Nazioni Unite è l’Italia. Su questo punto di vista sto a posto con la mia coscienza, perché i palestinesi ci ringraziano”.

Il riferimento è alle recenti missioni coordinate con le Nazioni Unite per garantire l’accesso di viveri e medicinali a migliaia di civili rimasti intrappolati nel conflitto. Il ministro ha quindi evidenziato l’efficacia dell’azione italiana rispetto a quello che ha definito semplice attivismo ideologico privo di risultati.