Vannacci rompe gli equilibri: “Non vogliamo cannoni, ma pane”
Intervento esplosivo di Roberto Vannacci a Strasburgo: il generale eurodeputato replica duramente alle dichiarazioni interventiste della premier estone Kaja Kallas.
Lo scontro in plenaria a Strasburgo
Durante il suo primo intervento ufficiale nella plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, l’europarlamentare Roberto Vannacci, eletto con la lista Patrioti, ha attaccato frontalmente la premier estone Kaja Kallas, candidata alla guida della diplomazia UE. Il generale non ha usato mezzi termini per criticare la posizione della leader baltica, favorevole a un’Europa fortemente impegnata nel sostegno militare all’Ucraina.
«Ogni tanto vada al supermercato e guardi i prezzi», ha tuonato Vannacci rivolgendosi direttamente alla premier. «Come fanno tutti i cittadini europei, che 250 anni fa non ne hanno voluto sapere di mangiare delle brioches al posto del pane e che oggi non vogliono sentire parlare chi, al posto del pane, vuole dare loro dei cannoni».
Il riferimento storico e la polemica sul riarmo
Il richiamo alla celebre frase attribuita a Maria Antonietta non è casuale. Con questa metafora, Vannacci ha voluto denunciare il divario crescente tra l’élite europea e le reali condizioni di vita dei cittadini. Mentre il costo della vita cresce, ha sostenuto, l’Europa continua a parlare di riarmo e investimenti militari, trascurando il disagio sociale ed economico delle famiglie.
Una posizione che rappresenta il cuore della sua linea politica: meno ideologia e retorica bellica, più attenzione al benessere reale della popolazione. Un messaggio che ha suscitato reazioni contrastanti in Aula, tra applausi dai banchi sovranisti e gelo tra i rappresentanti dei partiti più europeisti.
Una linea netta fin dal primo giorno
Con questo intervento, Vannacci ha tracciato un solco netto tra sé e l’establishment europeo. Nessuna diplomazia e nessun tentativo di accontentare tutti: la sua sarà, a quanto pare, una voce polemica, identitaria e radicalmente alternativa, soprattutto sulle questioni di politica estera e militare.
Nel mirino anche il progetto di una difesa comune europea, che secondo l’ex generale rischia di trasformare l’Unione Europea in una macchina da guerra più che in un’istituzione di pace. Il suo messaggio è chiaro: i popoli d’Europa chiedono pane, non armi. E chi li governa dovrebbe ricordarsene.