L’eurodeputata dem difende Ricci e accusa Conte di paralizzare l’alleanza con atteggiamenti da “tribunale del popolo”. Invito al Pd: “Basta giustizialismo grillino”
Picierno difende Ricci: “Candidatura forte, non servono processi preventivi”
Le tensioni nel campo dell’opposizione esplodono con le parole di Pina Picierno, europarlamentare del Partito Democratico, che in un’intervista a Il Tempo lancia un attacco diretto a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle. Al centro della polemica, l’indagine che ha coinvolto il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, candidato di punta del centrosinistra alle prossime elezioni regionali.
“Succede che qualcuno si sente investito da una funzione censoria, da nessuno riconosciuta”, afferma Picierno, che definisce quella di Ricci “una candidatura forte”, rappresentativa della migliore tradizione amministrativa del Pd. Un riferimento chiaro a Conte, accusato di paralizzare l’alleanza chiedendo “le carte” prima ancora di discutere politicamente.
Conte nel mirino: “Non decide lui chi è candidabile”
Secondo Picierno, è grave che l’ex premier si arroghi il diritto di giudicare preventivamente chi può o non può essere candidato: “A Conte piace rimestare nel torbido, chiede le carte, tiene l’alleanza in attesa della sua sentenza. Così è difficile costruire l’alternativa”.
Nel difendere l’operato degli amministratori locali del Pd, l’eurodeputata rivendica la forza del radicamento territoriale del partito: “Amministriamo migliaia di municipi, città metropolitane e regioni con capacità e sobrietà riconosciute. Le analisi del sangue ce le fanno i cittadini tutti i giorni. Non dobbiamo dimostrare niente a Conte”.
La frase più tagliente arriva con una battuta che fotografa il cambio di ruolo del leader M5S: “Da ‘avvocato del popolo’ a capo del tribunale del popolo”, accusa Picierno, contestando un giustizialismo che rischia di far saltare la tenuta dell’intera coalizione.
“Serve una proposta vera, non una somma di malumori”
Pur senza escludere l’alleanza con il M5S, Picierno invita il suo partito a evitare subordinazioni: “Non serve un mago dei numeri per capire che la destra si batte con una coalizione larga, ma non basta: serve una proposta credibile di governo del paese”.
E aggiunge un affondo alla linea ondivaga del Movimento: “Si campa alla giornata, con uscite estemporanee, da una non meglio specificata patrimoniale al ritorno della scala mobile. Non è così che si costruisce un’alternativa vera”.