Bari & Puglia cronaca

Bari, la Procura: “CasaPound è un partito fascista che usa la violenza”

Chieste pene fino a due anni per i presunti responsabili dell’aggressione a un gruppo di manifestanti antifascisti nel quartiere Libertà nel 2018.

La requisitoria della Procura: “Violenza come metodo politico”

La Procura di Bari ha chiesto 17 condanne, con pene comprese tra un anno e otto mesi e due anni di reclusione, per i presunti autori dell’aggressione a un gruppo di manifestanti antifascisti avvenuta la sera del 21 settembre 2018 nel quartiere Libertà. I fatti risalgono alla conclusione del corteo “Bari non si lega”, organizzato in occasione della visita in città dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Secondo l’accusa, un gruppo di militanti legati a CasaPound avrebbe aggredito alcuni partecipanti all’iniziativa nei pressi della sede del circolo Kraken, in via Eritrea.

I reati contestati agli imputati sono ricostituzione del disciolto partito fascista, mentre sette di loro sono accusati anche di lesioni personali. Le richieste di condanna più alte riguardano proprio quest’ultima accusa, per cui la Procura ha chiesto due anni di carcere. Per gli altri imputati è stata proposta una pena di un anno e otto mesi, oltre a sanzioni pecuniarie e alla privazione dei diritti politici.

Durante la requisitoria, il procuratore Roberto Rossi ha proiettato in aula filmati d’archivio sul fascismo storico e sullo squadrismo, confrontandoli con le immagini dell’aggressione barese. “Una aggressione violenta verso persone pacifiche”, ha detto Rossi, sottolineando la continuità tra le modalità dell’attacco e la violenza politica del passato. “CasaPound è un partito fascista che usa la violenza come metodo di lotta politica”, ha dichiarato il procuratore, ribadendo: “Qui non viene colpito il pensiero, non si vogliono criminalizzare le idee. Quello che è inaccettabile è l’uso della violenza, pianificata contro avversari politici”.

Le parti civili e il prossimo calendario del processo

Dopo l’intervento della Procura, in aula sono intervenute anche le parti civili, tra cui i difensori delle vittime dell’aggressione: Eleonora Forenza, ex europarlamentare, e il suo assistente Antonio Perillo, difesi dall’avvocato Cesare Antetomaso; Giacomo Petrelli di Alternativa Comunista, rappresentato da Marco Milillo; e Claudio Riccio di Sinistra Italiana, assistito dagli avvocati Paola Avitabile e Michele Laforgia.

Costituiti come parti civili anche l’Anpi, Rifondazione comunista, il Comune di Bari e la Regione Puglia. Le richieste di risarcimento danni sono state quantificate tra i 2.000 e i 50.000 euro, in base alla gravità delle lesioni e ai danni morali subiti.

Il processo proseguirà il 3 luglio, quando inizieranno le prime arringhe difensive. La sentenza è attesa per fine ottobre.