Torino, trapianto di due polmoni ricondizionati ad una donna

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Un eccezionale intervento chirurgico è stato effettuato ieri all’ospedale Molinette di Torino.

Per la prima volta nella storia della medicina un’equipe medica ha effettuato un trapianto di due polmoni.

Ad essere sottoposta all’ intervento è stata una donna di 53 anni di Aosta che soffriva di broncopenumopatia cronica ostruttiva.

L’eccezionale intervento è avvenuto ieri 6 marzo e si è potuto svolgere grazie alla donazione dei due preziosissimi organi da parte di una donna greca di 39 anni.

La giovane donatrice è morta il 4 marzo scorso in un ospedale di Atene in seguito ad un’emorragia celebrale.

I due polmoni sono stati trasportati da Atene all’Ospedale Molinette di Torino.

Durante il trasporto i due organi sono stati “ricondizionati” grazie ad una tecnica rivoluzionaria.

Ai due polmoni è stata garantita l’ossigenazione necessaria da un macchinario denominato “Ocs Lung”.


Il macchinario è riuscito a preservare i due polmoni che sono stati in seguito trapiantati alla paziente.

La paziente è stata prima sottoposta al trapianto del fegato, perché la  broncopenumopatia cronica ostruttiva aveva procurato danni anche a quell’organo.

Subito dopo il trapianto del fegato i medici dell’Ospedale Molinette di Torino hanno svolto il delicato intervento di trapianto dei due polmoni.

L’intervento è durato sei ore ed è stato coordinato dal prof. Marco Rinaldi e dal dott. Massimo Boffini.

Dirk Van Raemdonck, uno dei medici che ha fa fatto parte del team di chirurghi che ha svolto il duplice trapianto di polmoni, alla fine dell’intervento ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Normalmente il trapianto di polmone viene effettuato prima di quello di fegato. In genere, un polmone può essere conservato al di fuori del corpo per un massimo di 10 ore. E un trapianto di polmone può avere successo solo se il fegato funziona ancora correttamente. Per questo paziente abbiamo dovuto trapiantare il fegato prima dei polmoni. Per mantenere i polmoni del donatore in buono stato la nostra équipe medica ha utilizzato una nuova tecnica di conservazione”.