Zika, il virus non ha vaccini si è estende a macchia d’olio, paura per Olimpiadi

Zika-paura-per-il-virus-si-sta-espandendo-in-maniera-esplosiva-a-rischio-Olimpiadi

La maggiore paura è che il tanto temuto virus Zika possa arrivare anche in altri paesi molto popolosi come gli Stati Uniti d’America che sono poco distanti dal Brasile dove è scoppiata una vera epidemia.

In questi giorni i medici di tutto il mondo stanno cercando di ideare un vaccino che possa fermare l’epidemia ed in particolare che possa proteggere le donne in attesa che sono le persone maggiormente a rischio per questo particolare tipo di virus.

Al momento non esiste un vaccino e il pericolo di contagio è molto alto perchè basta la puntura di una particolare specie di zanzara molto comune in sud america a trasmettere la patologia.

I medici italiani sostengono di sapere ancora troppo poco del virus Zika che sta colpendo tantissime persone in America del Sud ma consigliano alle donne in attesa di non recarsi nei posti dove il virus sta colpendo tantissime persone come il Brasile e il Venezuela.

Per le persone che devono necessariamente andare nel paese sud americano, i medici consigliano di utilizzare degli ottimi repellenti contro le zanzare. Nel nostro paese è molto difficile che possa esserci una epidemia come in Brasile perchè il virus si trasmette con le punture delle zanzare.

Un virus che si sta diffondendo in quasi tutti i paesi dell’America Latina che sono in Brasile ha colpito più di 3 milioni di persone.

Il virus Zika in particolare ha colpito quasi 4 mila feti che sono nati con una terribile patologia la microcefalia fetale che determina misure ridotte del cranio e la morte nel giro di pochissimi mesi. Sono diverse le nazioni dove risultano esserci persone che hanno contratto il virus e molti paesi stanno consigliando le donne in attesa a non recarsi in viaggio in Brasile perchè il rischio di contagio è altissimo.

Le notizie che arrivano dal Brasile non sono per nulla confortanti, anzi. Il virus Zika, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, potrebbe colpire oltre 6 milioni di persone in tutto il mondo.

Una vera epidemia che è molto pericola soprattutto per le donne incinta. In Italia al momento sono stati segnalati 4 casi, tre dei pazienti sono ricoverati presso l’attrezzatissimo centro Spallanzani di Roma, uno invece è ricoverato in un plesso ospedaliero di Firenze. Tutti e quattro i pazienti ricoverati che hanno contratto il virus Zika erano di ritorno da un viaggio in Brasile.

Il virus Zika sta terrorizzando il mondo. In pochi mesi si è diffuso così tanto in Brasile da mettere a repentaglio le prossime olimpiadi che si svolgeranno nel prossimo mese di agosto. Sembra che proprio Rio, dove si svolgeranno le tanto attese Olimpiadi, sia una delle città più colpite dal virus che è studiato in questi ultimi giorni da medici di tutto il mondo.

Sono fino ad ora che siano 1,5 milioni i brasiliani che risultano aver contratto il virus Zika, virus che non provoca particolari problemi agli uomini ma è pericolosissimo per le donne in attesa. Il virus Zika che si trasmette con le punture di un comunissimo insetto quale la zanzara può essere letale per il feto perché una delle conseguenze che può determinare la dimensione del cranio del neonato più piccola rispetto a quella normale.

La nascita di un bambino con il cranio più piccolo del normale può determinare la morte prematura dello stesso. In Brasile sono un migliaio i neonati già nati con la malformazione al cranio e che sono morti prematuramente.

L’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità, ha diffuso la notizia che fino ad ora sono 20 le nazioni in cui sono stati riscontrati casi di Zika. Alcune nazioni, in particolare la Russia, gli Stati Uniti d’America, Australia e la Gran Bretagna hanno diffuso la notizia che stanno monitorando molto attentamente l’evolversi del virus Zika e valuteranno fino all’ultimo la possibilità che le proprie rappresentative possano partecipare ai prossimi giochi olimpici.

David Hughes, responsabile medico della squadra australiana, ha dichiarato che: “Secondo le nuove linee guida, tutte le donne del team incinte al momento dei Giochi dovrebbero considerare i rischi con molta attenzione prima di decidere se procedere con il viaggio in Brasile. L’Australia sta impiegando tutte le misure protettive necessarie per assistere i propri atleti”.

Anche i dirigenti della federazione olimpica britannica stanno valutando la situazione e l’opportunità o meno di partecipare ai giochi olimpici di Rio: “Il nostro team medico sta collaborando con gli specialisti della London School of Tropical Medicine per dare agli atleti consigli di viaggio il più possibile aggiornati, che includano anche strategie per prevenire le punture di zanzare. Informazioni già condivise con tutti gli sportivi, che saranno aggiornate fino alla partenza per i Giochi”.

Anche i medici degli Stati Uniti d’American stanno cercando di comprendere come cercare di arginare il virus: “Stiamo lavorando per assicurare che la nostra delegazione e quelle affiliate siano coscienti delle raccomandazioni dei Cdc (Centers for Diseases Control and Prevention) sui viaggi in Brasile”.

Secondo il team dei medici del ministero della sanità brasiliana, il virus Zika è arrivato in Brasile in seguito ad un’altra manifestazione sportiva che si è svolta nel 2014, la Word Cup. Secondo i medici brasiliani, il virus Zika è arrivato nel 2014 in Brasile, durante la manifestazione dalla Polinesia, dove in quell’epoca c’erano parecchie persone colpite dalla patologia.

Il ministero della salute brasiliano sta individuando tutte le possibili zone dove può proliferare la particolare specie di zanzara che con la sua puntura determina il contagio del virus Zika. L’operazione di individuazione dei siti ove potenzialmente si possono annidare le zanzare e riprodursi è diventata di massima urgenza per la prossima manifestazione del carnevale di Rio che potrebbe attrarre nel paese brasiliano un numero considerevole di turisti.

Anche nel vicino Venezuela sono numerosi i casi di Zika che sono stati segnalati. Al momento nel paese dell’America del Sud sono 4.700 le persone contagiate e si teme che nei prossimi giorni il numero possa diventare molto più alto.

Luisiana Melo, titolare del dicastero del ministero della Sanità in Venezuela, ha reso noto che: “Attualmente in Venezuela abbiamo 4700 casi sospetti, cioè casi nei quali sono apparsi i sintomi della malattia ed è stata effettuata una consulta medica. La Zika è una malattia nella quale i sintomi iniziali sono molto leggeri”.

In Venezuela si sta lavorando per eliminare i ristagni presenti nel paese e di bonificare le paludi in modo da evitare che si possa proliferare il virus. La zona dove si riscontrano più malati di Zika in Venezuela è vicinissimo alla capitale e in alcune città limitrofe. I medici sconsigliano alle donne in attesa di andare in vacanza in Brasile dove il rischio di contagio è altissimo. I ricercatori dell’Organizzazione mondiale della Salute, inoltre, sconsigliano il paese dell’America del Sud anche a tutte le persone che hanno gravi malattie croniche.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso il seguente comunicato stampa che chiarisce quali sono i pericoli che si può incorrere con il virus Zika:  “Sebbene l’Oms, al momento, non raccomandi l’applicazione di restrizioni di viaggi e movimenti internazionali verso le aree interessate da trasmissione di virus Zika ritiene opportuno, sulla base di un principio di estrema precauzione: informare tutti i viaggiatori verso le aree interessate da trasmissione diffusa di virus Zika di adottare le misure di protezione individuale per prevenire le punture di zanzara. Consigliare alle donne in gravidanza, e a quelle che stanno cercando una gravidanza, il differimento di viaggi non essenziali verso tali aree. Consigliare ai soggetti affetti da malattie del sistema immunitario o con gravi patologie croniche, il differimento dei viaggi o, quantomeno, una attenta valutazione con il proprio medico curante prima di intraprendere il viaggio verso tali aree”. I sintomi della malattia sono febbre altra, forte mal di testa e vomito. In genere la malattia nelle persone adulte passa dopo pochissimi giorni, all’incirca una settimana, senza provocare alcuna ulteriore complicazione.