ExoMars, al via la missione italiana alla conquista di Marte

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Il sogno di molti è quello di poter assistere allo primo sbarco dell’uomo su Marte. Il prossimo lunedì 14 marzo avrà inizio una importantissima missione spaziale che vedrà impegnati gli ingegneri dell’Agenzia spaziale europea con alcuni colleghi russi. Dalla stazione spaziale di Baikonur, nella lontana regione del Kazakistan in Russia, partiranno alle ore 10,30 italiane due navicelle, la Trace Gas Orbiter e la Schiaparelli.  La missione, per la quale da anni sono a lavoro anche ingegneri spaziali italiani, avrà inizio lunedì prossimo, si chiama ExoMars.

I due moduli che partiranno dalla stazione spaziale di Baikonur in Russia faranno un lunghissimo viaggio che durerà 7 mesi e percorreranno più di 140 milioni di chilometri. L’atterraggio delle due navicelle spaziali è previsto per il prossimo 19 ottobre. La partenza delle due navicelle spaziali è il primo passo da parte dell’uomo per una futura conquista del pianeta Marte. La partenza dei due moduli sarà possibile seguirla in diretta su Rainews24 e potrà anche essere vista a Piazza del Popolo a Roma, dove è stato allestito un maxi schermo che permetterà di poter assistere all’emozionante partenza del modulo Schiaparelli verso Marte. Sempre a piazza del Popolo a Roma è stata riprodotta la superficie del pianeta rosso con un piccolo modello della navicella spaziale Schiaparelli.

Il modulo Schiaparelli è stato concepito da ingegneri italiani, avrà il prezioso compito di studiare la superficie di Marte per comprendere come potrà avvenire, in futuro si spera prossimo, l’atterraggio di una navicella spaziale con a bordo un uomo.

Tra due anni, nel 2018, una speciale attrezzatura inizierà a trapanare il pianeta Marte fino ad una profondità di due metri con lo scopo di comprendere se in passato il pianeta rosso era abitato.

Francesca Esposito, nota studiosa del pianeta Marte e planetologa dell’Istituto nazionale di astrofisica, ha così commentato la missione che partirà il prossimo 14 marzo: “Marte è il pianeta più simile alla Terra. La sua storia iniziale non è molto diversa dalla nostra. C’erano acqua e oceani. Poi qualcosa è successo, non sappiamo con esattezza cosa, e il pianeta si è spento. Capire Marte vuol dire anche cercare di capire se una sorte simile potrebbe un giorno colpire anche la Terra”.

Secondo Maria Cristina De Sanctis, una delle più note studiose dell’Inaf che ha sede nella capitale, in passato sul pianeta rosso è probabile che possa esserci stata vita: “L’acqua scorreva in abbondanza, le temperature erano ragionevoli e molti elementi chimici sono simili ai nostri. Perché no?”.

 Roberto Battiston, massimo dirigente dell’Asi, ha così commentato la prossima partenza per Marte delle due navicelle spaziali: “Sono già nati gli uomini e le donne che andranno su Marte e possiamo paragonare il salto tecnologico di queste missioni Exomars con quello innescato dall’epopea Apollo negli anni Sessanta e Settanta. La missione è destinata a sondare Marte e possibili tracce di vita. È una missione che trasporta un sogno; non lanciamo razzi ma il sogno di atterrare su questo pianeta per la prima volta come Europa”.