Roma, Doina Matei è in semilibertà uccise Vanessa con la punta dell’ombrello

Roma, Doina Matei è in semilibertà uccise Vanessa con la punta dell'ombrello

Doina Matei, la ragazza romena che a soli 18 anni uccise nel 2007 una giovane romana con la punta di un ombrello conficcata nell’occhio è in semilibertà. La ragazza, che è madre due bambini piccolissimi, lavora presso una cooperativa di Venezia ma la sera deve tornare a dormire in carcere.

La ragazza ha postato delle sue foto su Facebook. Le immagini hanno provocato tantissime polemiche ed una serie di commenti. Doina Matei è stata condannata a 16 anni di reclusione, dopo 9 anni le è stato concesso il regime di semilibertà.

Sta provocando non poche polemiche ed un accesissimo dibattito il selfie scattato a mare da Doina Matei sulla sua pagina Facebook. Doina Matei ha ucciso Vanessa Russo nel 2007 nella metro di Roma conficcandole un ombrello in un occhio.

L’omicidio 9 anni fa destò molto scalpore perché l’immagine del litigio tra Doina Matei e Vanesse Russo furono riprese dalle telecamere a circuito chiuso della metro di Roma ed in particolare fu visto da milioni di italiani il momento in cui la donna conficcò la punta dell’ombrello nell’occhio della ragazza. La Matei ora, dopo nove anni in galera, è in regime di semilibertà. La semilibertà le è stata concessa perché, secondo quanto previsto dalla legge Gozzini che è stata attuata nel 1986,  la donna “ha intrapreso un percorso di riabilitazione”

Era il lontano 26 aprile 2007 quando Doina Matei e Vanessa Russo iniziarono a spingersi nella metro di Roma e poi si spinsero reciprocamente. Il litigio si concluse con Doina Matei che conficcò nell’occhio della povera Vanessa Russo la punta dell’ombrello.

Vanessa Russo aveva solo 23 anni e fu subito soccorsa ma le sue condizioni apparvero gravissime. La ragazza morì dopo solo un giorno.

Doina Matei all’epoca dell’omicidio aveva 18 anni. La ragazza capì subito aveva commesso una terribile sciocchezza e tentò di fuggire con una sua conoscente minorenne. Doina Matei, dopo qualche giorno fu fermata ed arrestata.

La donna fu processata e la sua condanna divenne definitiva nel 2010 quando la Cassazione si pronunciò e condannò la Matei a 16 anni di reclusione per il reato di omicidio preterintenzionale.

La donna poi ha chiesto ed ottenuto il regime di semilibertà ed ha deciso di aprire una pagina Facebook con un falso nome ma qualcuno l’ha riconosciuta e la notizia del selfie di Doina Matei è diventata subito virale.

Doina Matei lavora presso una cooperativa di Venezia e la sera ha l’obbligo di tornare nella sua cella. La ragazza, subito dopo la sua cattura e la notizia della morte di Vanessa Russo volle dimostrare a tutti il suo pentimento con la seguente frase: “Quando tornerò nel mondo il mio primo appuntamento sarà nuovamente con la morte: la prima cosa che farò sarà andare al cimitero di Prima Porta sulla tomba di Vanessa”.

La ragazza ha sempre detto che quel maledetto 26 aprile del 2007 non voleva uccidere Vanessa Russo. Doina Matei ha anche raccontato in uno scritto gli attimi che per sempre hanno cambiato la sua vita e quella della povera ragazza romana.

Doina Matei ha scritto su Vanessa Russo che: “Lo devo, lo voglio, voglio stare vicina al mio angelo custode, a cui un destino tragico mi ha unita per sempre”.

Doina sta cercando di avere una vita normale ed ha aperto una pagina Facebook con un falso nome all’inizio del 2016. La donna è stata riconosciuta e sono iniziati i post di alcuni utenti del famoso social che non le hanno perdonato il tremendo omicidio.

Sulla pagina di Doina sono apparsi commenti come: «Giustizia per Vanessa, pena di morte per Doina”. «Dovresti vivere al servizio della famiglia che hai rovinato, cambia pure nome tanto resti un’assassina».

Il legale difensore di Doina Matei, l’avvocato Nino Marazzita ha così difeso la ragazza: «Il sistema carcerario ha funzionato bene riportando la pena inflitta a livelli accettabili e proporzionati all’omicidio preterintenzionale e anche calibrandolo sulla figura di Doina e sul dramma che ha vissuto. Quando il fatto avvenne aveva appena compiuto 18 anni ed aveva un vissuto difficile alle spalle con due figli».

Sulle accese polemiche nate subito dopo la notizia della semilibertà di Doina Matei è intervenuta anche Rita Bernardini, ex senatrice, che all’epoca dell’omicidio di Vanessa Russo tentò di far rimanere in contatto la ragazza con i suoi figli.

L’ex senatrice radicale ha postato le seguenti dichiarazioni sulla sua pagina Facebook :”Temo che la conferma della condanna a 16 anni di reclusione nei confronti di Doina Matei sia il frutto della demagogia, della speculazione politica e del clima mediatico che hanno alimentato questa triste vicenda fin dal principio. Chiunque sappia di diritto, ma soprattutto chiunque abbia buon senso e sia in buona fede, sa che condanne così pesanti emesse nei confronti di una persona incensurata accusata di omicidio preterintenzionale non hanno precedenti. Doina Matei paga più di altri perché era una prostituta, e per di più rumena. A chi ha espresso viva soddisfazione per la sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione ricordo che le “pene esemplari”, prese sotto la spinta dell’emotività pubblica, non fanno altro che aggiungere ingiustizia all’ingiustizia di chi è rimasta vittima come la povera Vanessa”.