Coronavirus, la signora Anna fa un appello: «Cerco l’infermiere che mi ha fatto salutare al telefono mio marito per l’ultima volta»

Un appello straziante quello di una signora romana che, dopo aver accompagnato il marito in ospedale, il Policlinico Casilino di Roma nel mese di aprile, non l’ha più potuto vedere ma solo salutare per l’addio grazie ad un dolcissimo infermiere.

La signora Anna racconta così: «Quella sera, prima di cena, ho sentito per l’ultima volta la sua voce. Mi ha chiamato un infermiere: “Le passo suo marito”. Erano le 19.23. Era il 6 aprile, sembra ieri». L’ultima parola: «Mi ha detto solo “Ciao”, poi se ne è andato».

La signora  Anna Atzeni continua il suo racconto: «Stava male, subito abbiamo pensato al Covid, ma dalla Tac che hanno fatto a Carlo il giorno dopo è emersa la presenza di un tumore. Mio marito non ha mai avuto niente, in una settimana se ne è andato».

E poi continua: «Eravamo alle terme, poco prima che lo ricoverassero. Chi poteva pensare che da quell’ospedale mio marito non sarebbe più uscito? … L’ultima immagine che ho di lui è quando lo hanno fatto passare nel tunnel che lo avrebbe portato in Medicina».

Infine, dice: «Devo trovare quell’infermiere, costi quel che costi. Lo devo trovare per ringraziarlo. Forse lui, chissà, con tutti i bei gesti che avrà compiuto non si ricorderà di questa storia, ma io sì. Quella sera, quando ha capito che mio marito si stava spegnendo e mi ha chiamato, ha esaudito il suo ultimo desiderio».

E così la signora Anna ha tappezzato la zona limitrofa all’ospedale con dei manifesti con su scritto: «Annuncio importante cerco l’infermiere che la notte del 6 aprile ha accudito Carlo e ha effettuato una telefonata richiesta dal paziente con il suo cellulare. Un vero dono, perché è stato l’ultimo flebile saluto tra marito e moglie».

Anche l’ospedale, il Policlinico Casilino di Roma si sta attivando nella ricerca ma la signora Anna spiega: «I medici che hanno curato Carlo mi hanno detto che potrebbe essere un forestiero cioè parte del personale arrivato da altri ospedali a dare una mano in tutti i reparti nei periodi più critici dell’emergenza».

E poi conclude: «Se lo trovassi? Lo ringrazierei per la sua umanità E per quel gesto. Grazie a lui vivrò con il ricordo dell’ultimo “Ciao”».