Scontro Desirèe Di Geronimo- Schitulli per poltrona Sindaco Bari?

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Dice addio alla sua città il magistrato barese Desirèe Di Geronimo.

La donna che aveva chiesto il trasferimento a seguito degli strascichi sull’inchiesta sul governatore della regione puglia è stata spostata presso la procura di Roma, ma ha deciso di raccontare ai cittadini baresi la  sua versione dei fatti.

Sul suo profilo facebook ha scritto “Per la prima volta in tutti questi anni sarò io a parlare” e sicuramente nelle sue invettive non ha risparmiato nessuno dal presidente Vendola che all’ Associazione Nazionale Magistrati.

Ha scritto: “ La mia incompatibilità ambientale nasce dall’ incolpevole circostanza di essermi imbattuta in un’ indagine che avevo il dovere, in ossequio al servizio che svolgevo per i cittadini di Bari, di approfondire e concludere; doveri che m’ imponevano di non voltare la testa, di non tenere le carte nei cassetti. Inconsapevolmente ho pensato che indossare la toga significasse osservare fino in fondo il principio che la legge è uguale per tutti, incolpevolmente ho pensato che per un giudice il primo dovere fosse proseguire il suo lavoro nel silenzio e nella riservatezza, facendo parlare esclusivamente i propri provvedimenti”.

Nonostante l’assoluzione nell’accusa di concorso in abuso di ufficio, la pm barese aveva presentato un esposto contro il giudice che aveva assolto Vendola, Susanna de Felice sottolineando l’amicizia della donna con la sorella di Nichi Vendola, Patrizia; questa mossa azzardata aveva provocato da parte di 26 magistrati della Procura di Bari la redazione di un documento che attestava la solidarietà nei confronti della De Felice schierandosi apertamente contro la Di Geronimo. Ed ecco scattata la procedura di incompatibilità da parte del Csm seguita dall’ immediata richiesta di trasferimento da parte del magistrato. Scriveva il pm: “ Non è più tollerabile la mia permanenza in servizio presso la Procura di Bari a seguito delle accuse totalmente infondate di alcuni colleghi sostituti auditi al Csm nel corso della pratica che mi ha riguardata”. E continua amareggiata: “ Vado via dalla mia città lasciando processi delicati e indagini in corso. Forse a qualcuno ciò piacerà “.

La vicenda però potrebbe prendere una direzione diversa: ricordiamo che il prossimo maggio scadrà il mandato dell’ attuale sindaco barese Michele Emiliano che non è più ricandidabile. L’ex consigliere comunale della Lista Emiliano, Donato Cippone aveva proposto il nome della Digeronimo confidando nell’ appoggio del centrosinistra che appare ancora indecisa sulla scelta del candidato da presentare alle elezioni, mentre la coalizione di centro destra sembra sostenere all’unanimità la candidatura del presidente della Provincia il medico oncologo Francesco Schittulli.

 

Alla luce di queste manovre politiche la lettera di addio alla sua città assume un significato diverso, quasi un arrivederci: “Bari sarà sempre il centro dei miei affetti e dei miei pensieri. Se si creeranno le condizioni, sarò felice di continuare a servire in altro ruolo i miei concittadini, con lo stesso impegno e determinazione, ma soprattutto con lo stesso amore, quello che in questi anni ha fatto la differenza”.

 

Non si legge forse tra le righe una malcelata promessa di ritorno?