Pensioni, ultime novità ministro Poletti su possibili modifiche riforma Fornero con legge stabilità

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Le modifiche alla riforma delle pensioni non possono essere fatte con la nuova legge di stabilità che il governo presenterà gli inizi di ottobre è in sintesi questo il pensiero espresso dal ministro del lavoro Giuliano Poletti durante al meeting di Rimini.

Il titolare del dicastero del lavoro ha anche ribadito di essere in perfetta sintonia con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ed ha anche confermato che non vi sarà nessun intervento sull’articolo 18 della costituzione.

Era stata ventilata da più parti un possibile prelievo sulle pensioni ma Poletti ha così seccamente smentito questa possibilità: “In linea di principio, senza far riferimento ad alcun progetto avevo detto una cosa che credo normale, che ci vuole anche un atto, o la possibilità di avere un atto, di solidarietà nel sistema previdenziale. Che bisognerebbe trovare un modo per gestire insieme equità e crescita”.

Anche sull’art. 18 dei lavoratori il ministro del lavoro è stato molto chiaro: “Tutte le volte che ci siamo infilati in una bella scazzottata sull’articolo 18 non abbiamo portato a casa niente, grandi legnate e risultati zero. Invece dobbiamo portare a casa qualcosa”.

Ma Poletti ha anche detto tra le righe della sua conferenza stampa che ci vuole più equità nelle pensioni ciò significa che è vero che il prelievo sulle pensioni molto probabilmente non sarà effettuato ma anche vero che il governo con Renzi in persona ha preso un impegno con i lavoratori per apportare delle modifiche sostanziali sull’età pensionabile dell’attuale riforma pensionistica formulata dalla Fornero che è entrata in vigore il 1 gennaio 2012.

Ci sono categorie che sono state enormemente svantaggiate da questa riforma che è stata una delle peggiori mai approvate.

Una di questa sono i quota 96 che hanno visto in dirittura d’arrivo la risoluzione del loro problema con il famoso emendamento alla riforma della pubblica amministrazione che prevedeva la possibilità che questi lavori del comparto scuola che sono all’incirca 4 mila di accedere alla meritata pensione che è stato approvato dalla camera dei deputati ma poi è stato improvvisamente ritirato il 4 agosto da governo in una frettolosa conferenza stampa del ministro della pubblica amministrazione Madia per mancanza fondi.

Proprio i Quota 96 domani organizzeranno una manifestazione di protesta che avverrà a Roma che vedrà la partecipazione anche  del comitato “Gilda Nazionale dei Comitati di Base degli Insegnanti” che sull’evento ha rilasciato la seguente dichiarazione: “I 4000 docenti ai quali è stato negato il diritto di andare in pensione  sono vittime di una grave ingiustizia che il Governo Renzi deve risolvere reperendo risorse economiche dai tagli agli sprechi. Oltre al pasticcio di Quota 96 quello delle pensioni è un tema caldo per tutti gli insegnanti costretti a rimanere in cattedra fino a 66 anni. La Gilda rilancia la proposta di consentire su base volontaria l’accesso al part time negli ultimi 5 anni di lavoro a parità di retribuzione e di sfruttare la professionalità e l’esperienza dei docenti prossimi alla pensione impiegandoli come tutor di nuovi insegnanti”.

Ora bisogna vedere fino in fondo quali misure adotterà il ministero del lavoro per cercare una volta per tutte di eliminare il problema dei Quota 96 e degli esodati.

Sembra che vi sia sempre in cantiere, sempre prima trovando i fondi necessari, la possibilità di istituire il prestito pensionistico che permetterebbe a categorie svantaggiate dalla riforma Fornero di accedere alla tanto agognata pensione.

Il prestito pensionistico consisterebbe nella possibilità di accedere alla pensione avendo maturato il massimo dei contributi e al compimento del sessantaduesimo anno di età con un assegno mensile pari alla pensione maturata decurtato dal 10 al 15%.

Al momento dell’accesso all’effettiva pensione la somma dovrà essere restituita con una piccola decurtazione mensile.