Vita a -80 gradi al Polo Sud: il racconto di Gabriele Carugati, ricercatore italiano

Gabriele Carugati, ricercatore italiano, condivide la sua esperienza di vita nella base Concordia in Antartide, affrontando temperature estreme e isolamento.

Gabriele Carugati, un ricercatore dell’Università Insubria di 43 anni, sta vivendo un’avventura unica alla base Concordia in Antartide come parte della 39esima spedizione italiana. Resterà al Polo Sud fino a novembre, affrontando un inverno lungo nove mesi con temperature che possono raggiungere i -80 gradi. In una recente intervista a Fanpage.it, Carugati ha condiviso dettagli della sua vita quotidiana in questo mondo di ghiaccio.

Carugati, un glaciologo e chimico dell’atmosfera, descrive la base Concordia, costruita e gestita in collaborazione con la Francia. Fa parte di una missione italiana in Antartide finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA).

La routine quotidiana nella base Concordia

Durante il suo soggiorno in Antartide, Carugati si occupa di importanti ricerche scientifiche. La sua routine include il campionamento di neve superficiale e profonda, nonché lo studio delle polveri sospese nell’aria. Queste attività aiutano a comprendere meglio l’ambiente antartico e le sue dinamiche in assenza di emissioni umane.

La base, formata da due torri collegate da un corridoio, offre diverse aree comuni come la sala pranzo, un living, una palestra e una sala svago. L’equipaggiamento di prim’ordine fornisce la protezione necessaria contro il freddo estremo. La base dispone anche di una centralina termica per il riscaldamento e sistemi di riciclo dell’acqua.

La sfida dell’inverno antartico

L’inverno in Antartide presenta sfide uniche, comprese temperature estreme e isolamento prolungato. Durante i mesi invernali, Carugati e il suo team rimarranno isolati, gestendo qualsiasi emergenza senza aiuti esterni. Affrontano il rischio di ipotermia e l’adattamento all’isolamento, al freddo e al buio. La stazione si prepara anche per un inverno senza collegamenti aerei, conservando cibo e attrezzature essenziali.

In termini di comunicazione, Carugati rimane in contatto con la sua famiglia tramite videochiamate quotidiane. Nel tempo libero, si dedica alla lettura e alla visione di film, preparandosi ad affrontare i mesi di buio totale in attesa di assistere a spettacolari aurore causate da eventi solari.

Questa esperienza rappresenta non solo un sogno realizzato per Carugati, ma anche un contributo significativo alla ricerca scientifica in un ambiente unico come l’Antartide.