Nicolò morto di overdose a soli 2 anni, il padre gli diede pasta al ragù con la droga per addormentarlo

La prima sessione giudiziaria relativa al decesso di Nicolò Feltrin si è conclusa con un rinvio. Il padre, Diego Feltrin, è sotto accusa per omicidio colposo e spaccio a minori. La difesa mira a un accordo di patteggiamento.

Rinvio dell’udienza nel caso Feltrin

Durante l’udienza di ieri presso il Tribunale di Belluno, è stata decisa la sospensione del processo legato alla tragica morte di Nicolò Feltrin, di soli due anni, residente a Codissago, Longarone, deceduto il 28 luglio 2022.

Diego Feltrin, il padre del bambino, difeso dall’avvocato Massimiliano Xaiz, affronta le accuse di omicidio colposo, somministrazione di droga a un minore e causare la morte in conseguenza di un altro reato.

Il giudice Enrica Marson ha posticipato la prossima udienza al 11 gennaio per valutare possibili percorsi legali alternativi. La difesa è attualmente impegnata nel negoziare una riduzione della pena, esplorando opzioni come il rito abbreviato o il patteggiamento.

I punti chiave dell’imputazione

L’accusa sostiene che il decesso di Nicolò sia stato causato da «intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish».

La Procura afferma che il padre avrebbe deliberatamente mescolato la droga nel cibo del bambino, con l’obiettivo di calmarlo. Questo aspetto, tuttavia, rappresenta la principale sfida probatoria per l’accusa e potrebbe essere il fulcro della difesa per ottenere il patteggiamento.

Elementi probatori del caso

Secondo l’analisi svolta da Antonello Cirnelli, medico legale di Portogruaro (Venezia), e Donata Favretto, tossicologa di Medicina Legale di Padova, Nicolò sarebbe stato ripetutamente esposto a varie sostanze stupefacenti nella sua abitazione.

Nel suo corpo sono state rilevate elevate concentrazioni di hashish, cocaina, eroina e metadone. Droga che, secondo i rilievi, era disseminata in tutta la casa. La madre di Nicolò non è indagata, ma insieme ai nonni materni è parte offesa nel processo. L’assenza di parti civili potrebbe favorire il raggiungimento di un accordo di patteggiamento.