Filippo Turetta cambia cella: scoppia la protesta perché nessuno vuole stare in cella con lui

Filippo Turetta, reo confesso del femminicidio di Giulia Cecchettin, si trova a dover cambiare sezione nel carcere di Montorio Veronese. Solo due detenuti sono disposti a condividere la cella con lui, causando proteste e tensioni all’interno del penitenziario.

Filippo Turetta, dopo il tragico femminicidio di Giulia Cecchettin, sta affrontando un cambio di sezione nella casa circondariale di Montorio Veronese. Inizialmente nella sezione infermeria, ora Turetta deve trasferirsi nella terza sezione, che è la più sovraffollata. Tuttavia, “solo due detenuti” sarebbero disposti a condividere la cella con lui, un dettaglio che sta complicando il processo di trasferimento e riaccendendo i riflettori sulle condizioni del penitenziario scaligero. Questa situazione di isolamento sottolinea le difficoltà interne al carcere, dove si verificano disparità di trattamento e tensioni tra i detenuti.

Proteste e disparità di trattamento

La vicenda di Turetta sta causando proteste e malcontento tra i detenuti e i loro familiari. L’associazione Sbarre di Zucchero, che si occupa di questioni carcerarie, ha denunciato le disparità di trattamento all’interno del carcere, evidenziando come alcuni detenuti possano godere di privilegi come giocare con la PlayStation, mentre altri vengono abbandonati in celle di isolamento in condizioni disumane. La situazione di Turetta, che ha attirato grande attenzione mediatica, è diventata un simbolo di queste disuguaglianze.

La visita di esponenti politici

La realtà carceraria di Montorio Veronese, segnata da questi problemi, sarà presto oggetto di una visita da parte del sottosegretario Andrea Ostellari (Lega) e del deputato Ciro Maschio (Fratelli d’Italia). Questa visita segue le denunce dell’associazione Sbarre di Zucchero e ha lo scopo di esaminare da vicino i problemi denunciati. Si attende che questa attenzione politica possa portare a miglioramenti concreti nelle condizioni di vita dei detenuti e nella gestione delle problematiche carcerarie.