Giovanna Pedretti, il marito: “Dopo la recensione era ossessionata dai commenti negativi, cercavo di tranquillizzarla”

L’uomo sostiene che la moglie era ossessionata dagli haters e che questa ossessione ha contribuito al suo tragico destino.

L’ossessione per gli haters


“Giovanna era ossessionata dagli haters. Io e nostra figlia le dicevamo di stare tranquilla, di non preoccuparsi, che sarebbe tutto finito presto”, queste sarebbero le parole di Aniello D’Avino che sabato 13 gennaio ha accompagnato la moglie Giovanna Pedretti in caserma dai Carabinieri di Lodi. La donna era infatti al centro di un’inchiesta legata alla presunta recensione negativa contro la sua pizzeria, in cui si insultavano gay e disabili.

La questione della veridicità del post e la reazione dei social


Il clima però, in quel momento, era già avvelenato. Molti mettevano in discussione la veridicità del post. “Sembra falso” aveva affermato lo chef tv Lorenzo Biagiarelli, le cui parole erano state condivise da Selvaggia Lucarelli. Subito dopo, gli utenti dei social si sono scatenati contro la ristoratrice, accusandola di cercare popolarità per il suo locale sfruttando gay e disabili. Il risultato di questa feroce pressione mediatica è culminata con la tragica scoperta della donna morta nelle acque del fiume Lambro.

L’inchiesta sulla possibile istigazione al suicidio


Adesso la Procura di Lodi ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Gli inquirenti stanno cercando di stabilire se pressione mediatica e social possa aver influenzato la tragica decisione di Giovanna. Analizzeranno i dispositivi elettronici della donna, fondamentali per risalire alla ricostruzione dell’intera vicenda. In particolare, si vuole stabilire se il post sia autentico, come avrebbe assicurato la stessa ristoratrice agli inquirenti.