Massimo Ceccherini chiarisce le sue parole sugli Oscar e si scusa

In seguito a una controversa battuta sugli Oscar fatta durante la trasmissione “Da noi…a ruota libera”, Massimo Ceccherini si è trovato al centro di una tempesta mediatica, che lo ha portato a offrire le sue scuse pubbliche.

L’attore e sceneggiatore ha cercato di spiegare meglio il suo punto di vista, evidenziando come le sue parole siano state fraintese.

Un momento di riflessione per Ceccherini

Durante il programma condotto da Francesca Fialdini, Ceccherini aveva espresso orgoglio per il lavoro svolto con Matteo Garrone nel film “Io Capitano”, lamentandosi però che non avrebbe vinto un Oscar a causa della vittoria di film a tema ebraico. Questa affermazione ha sollevato immediate critiche, soprattutto dalla comunità ebraica, che ha definito le sue parole “gravi”. In risposta, Ceccherini ha cercato di rettificare quanto detto, precisando che il suo riferimento era specificatamente indirizzato al film “La zona d’interesse”, e non voleva in alcun modo essere un commento discriminante o antisemita.

Le scuse di Ceccherini e le reazioni

“La colpa è mia che sono un imbianchino. Mi sono spiegato male,” ha dichiarato Ceccherini, aggiungendo di volersi scusare con chiunque possa aver interpretato male le sue parole. Ha inoltre rivelato che la persona più critica nei suoi confronti è stata sua moglie, segno che le sue parole non sono passate inosservate nemmeno nell’ambito privato.

La delusione per “Io Capitano” e il futuro del film

Nonostante la controversia, Ceccherini non nasconde la sua delusione per la mancata vittoria dell’Oscar da parte di “Io Capitano”. Tuttavia, rimane fiero del lavoro svolto e del film realizzato, che considera un capolavoro indipendentemente dai riconoscimenti. Matteo Garrone, dal canto suo, guarda al futuro, annunciando che il film verrà portato in Senegal ad aprile, nei villaggi più remoti, con proiezioni mobili. Questo impegno dimostra la volontà di superare il momento difficile e di continuare a promuovere “Io Capitano” come un’opera significativa e di impatto.