I genitori di Edoardo, il 17 enne scomparso da 5 giorni, supplicano: “Facci sapere che sei vivo, ci manchi tantissimo”

La scomparsa di Edoardo Galli scuote Colico: famiglia e insegnanti tra speranza e mistero

L’appello disperato della famiglia

“Caro cucciolo, ci manchi tantissimo. Per favore, rispondi in qualche modo. Facci sapere dove sei, facci sapere che sei vivo”, così esprime il suo straziante appello la madre di Edoardo Galli, il giovane di 17 anni sparito nel nulla da Colico (Lecco) dal 21 marzo. Previsto in aula, l’adolescente è invece stato visto per l’ultima volta in stazione, presumibilmente in partenza verso Milano. La disperazione si fa sentire nelle parole della madre, evidenziando un vuoto improvviso e doloroso nella vita di questa famiglia.

Le teorie degli investigatori

Gli investigatori stanno esaminando diverse piste riguardo la misteriosa sparizione di Edoardo. Tra queste, l’ipotesi di una prova di sopravvivenza in montagna, ipotizzata in seguito alle ricerche fatte dal ragazzo su come fare a meno di cibo e acqua. Un’altra teoria considera la possibile partenza verso la Russia, paese di origini della madre e per il quale Edoardo possiede la cittadinanza. Nonostante le speculazioni, l’idea di un suo arruolamento è fermamente esclusa dai genitori: “L’arruolamento sento di escluderlo. Ci esprime che gli piace la Russia, che è la sua seconda patria alla fine. Non mi sento di considerare l’ipotesi arruolamento. Penso sia più un discorso legato agli aiuti”, precisa il padre.

Un ritorno atteso

Nonostante la situazione, il cuore di questa storia è l’attesa di un ritorno. La moglie, ultima a vederlo, ricorda l’addio di una mattina qualunque, senza presagire il dramma. Edoardo, descritto come un ragazzo eccezionale, integrato e dotato di una maturità insolita per la sua età, è al centro di un appello commovente da parte dei suoi insegnanti: “Gli direi di tornare assolutamente. Lo stiamo aspettando tutti. Non è un ritornare da colpevole o da sconfitto, ma consapevole di quello che ha fatto. Ma noi non vogliamo giudicarlo, vogliamo abbracciarlo”.