Max Mariola: lo chef che ha fatto di una carbonara uno spettacolo, 28 euro per gustare un’eccellenza

Max Mariola, noto influencer culinario con oltre 9 milioni di follower sui social, gestisce il suo ristorante nel cuore di Brera a Milano, dove propone un’esperienza unica intorno a piatti tradizionali come la carbonara, offerta a 28 euro. Nella visione dello chef, questo prezzo è considerato basso per la zona di Milano, città nota per i costi elevati di gestione ristorativa.

La carriera di Mariola: dalla bottega familiare al successo sui social

Mariola racconta di aver sempre desiderato diventare chef, anche se la vita lo ha inizialmente portato su altre strade, lavorando nell’azienda di famiglia di restaurazione. Solo dopo la morte del padre, ha deciso di seguire la sua passione per la cucina, partendo dalle basi, pulendo cucine gratuitamente. La sua carriera ha preso una svolta significativa con l’avvento dei social media, diventando un fenomeno su piattaforme come TikTok e Instagram.

Il ristorante: non solo cibo, ma un vero spettacolo

Il ristorante di Mariola non è solo un luogo dove si mangia, ma un “laboratorio di idee” dove la cucina si fonde con l’arte della performance. Secondo Mariola, servire una carbonara al tavolo non è semplicemente preparare un piatto, ma offrire uno show. Questo giustifica, secondo lui, il prezzo di 28 euro, che rimane competitivo rispetto agli standard della zona.

Visione futura: l’Italia come alta moda del cibo

Mariola ha grandi piani per il futuro, tra cui l’apertura di una scuola di cucina digitale. La sua visione per l’Italia è quella di posizionarla come l’alta moda del cibo, suggerendo di mantenere le produzioni attuali ma alzando i prezzi per valorizzare maggiormente il prodotto italiano. Critica l’acquisto di prodotti non stagionali e non sostenibili, promuovendo una maggiore consapevolezza nelle scelte alimentari.

Mariola è convinto che il futuro della cucina italiana debba passare per una maggiore valorizzazione dei suoi prodotti, attraverso una strategia che non si limiti a migliorare la qualità, ma che riconsideri anche la politica dei prezzi per elevare ulteriormente il prestigio del made in Italy nel mondo.