Milena Santirocco è tornata a casa ma il racconto che fa di ciò che le è successo è agghiacciante

L’insegnante di ballo scomparsa a Lanciano, è stata ritrovata viva ma traumatizzata a Castel Volturno, raccontando un’esperienza agghiacciante di rapimento e tentato omicidio.

Il drammatico ritrovamento di Milena Santirocco

La notte di ieri ha segnato la conclusione di una scomparsa che ha tenuto con il fiato sospeso la comunità di Lanciano: Milena Santirocco è stata ritrovata viva ma in condizioni disperate. La donna, visibilmente scossa e ferita, è apparsa davanti al bar della piazza principale di Castel Volturno chiedendo aiuto. “Per piacere, posso avere un telefono per chiamare casa? Sono stata rapita e hanno cercato di uccidermi,” ha dichiarato agli astanti, completamente bagnata e sporca di foglie e rami, mostrando anche segni di legature ai polsi.

Il racconto del sequestro

Milena ha poi rivelato di essere stata rapita da due uomini incappucciati che parlavano italiano. Secondo il suo racconto, i rapitori l’hanno legata e trasportata in auto fino alla spiaggia di Castel Volturno, presso l’Oasi dei Variconi, una località che lei non aveva mai visitato prima. Qui, hanno tentato di annegarla in uno stagno. Credendola morta, i rapitori l’hanno abbandonata, ma Milena è riuscita a liberarsi e a cercare aiuto, dirigendosi verso l’abitato più vicino.

Il lieto fine dopo giorni di angoscia

Dopo sei giorni di ricerche incessanti che hanno coinvolto vigili del fuoco, Protezione Civile, sommozzatori e la Guardia Costiera, il ritrovamento di Milena è stato un colpo di scena inaspettato. La donna è ora in buona salute fisica, nonostante il trauma vissuto, e si trova al sicuro in commissariato, dove ha potuto finalmente riabbracciare i suoi familiari. Le operazioni di ricerca avevano incluso anche l’uso di droni ed elicotteri e si erano spostate fino a Casalbordino Lido, dove era stata ritrovata la sua auto con una ruota bucata. La comunità locale, supportata da figure come Alessia Natali, responsabile dell’associazione “Penelope” che si occupa delle persone scomparse, e l’avvocato Antonio Cozza, ha giocato un ruolo cruciale nel mantenere alta l’attenzione sul caso.