Bari, omicidio fisioterapista Mauro Di Giacomo, emergono nuovi particolari dopo l’arresto dell’assassino

Il fisioterapista Mauro Di Giacomo è stato ucciso in un atto di vendetta personale, alimentato da rancore e odio, in un contesto di accuse e indagini complesse.

Il movente dell’omicidio

Il caso dell’omicidio di Mauro Di Giacomo, avvenuto il 18 dicembre scorso a Poggiofranco, si rivela complesso e carico di emozioni negative. Secondo Ciro Angellilis, procuratore aggiunto, la figlia dell’omicida e il padre avevano sviluppato un forte sentimento di avversione e odio nei confronti del fisioterapista a seguito di una presunta cattiva manovra nel 2019, che li aveva portati a intraprendere una causa civile. Questi sentimenti hanno alimentato l’atmosfera che ha portato al tragico evento, con la figlia che si riteneva vittima di un errore professionale.

La brutalità dell’attacco e le indagini

La natura violenta dell’omicidio è stata enfatizzata dal procuratore, che ha sottolineato come l’aggravante della crudeltà sia stata riconosciuta dal gip. L’arrestato ha esibito un livello di violenza estrema, “dopo aver scaricato un intero caricatore sulla vittima, ha infierito colpendolo con il calcio della pistola.” Questo gesto è stato interpretato come una chiara espressione del rancore che l’arrestato nutriva. Le indagini sono state complicate dalla scoperta di una lettera anonima nel zaino della vittima, che risaliva a qualche anno prima e non aveva attinenza con l’omicidio, rischiando di deviare il corso delle indagini verso piste passionali infondate.

La percezione della giustizia e le conseguenze

Il procuratore Roberto Rossi ha riflettuto sulle motivazioni profonde dietro l’azione del presunto omicida, che ha agito sotto l’illusione di poter amministrare la giustizia da solo. Rossi ha commentato, “nel momento in cui ognuno pensa che si possa fare a meno dei giudici o che i giudici non possano permettere di rispondere alle domande di giustizia, l’effetto è il far west e ognuno pensa che la propria causa sia l’unica giusta.”

Questa percezione distorta della giustizia contribuisce a un clima di legge del più forte, dove il rispetto per le istituzioni legali viene meno e prevale la legge del più forte.