Bidella balla mentre fa le pulizie a scuola e posta i video su Tik Tok, licenziata in tronco

Una bidella viene licenziata dopo aver condiviso video in cui balla durante il lavoro.

Il licenziamento

Maika Cabrera, una bidella di 61 anni, ha perso il suo lavoro dopo aver postato alcuni video su TikTok dove ballava mentre svolgeva le sue mansioni. Questi video, realizzati per alleviare lo stress e portare un po’ di allegria nelle sue giornate, hanno attirato l’attenzione negativa dell’azienda di pulizie per cui lavorava. Nonostante oltre vent’anni di dedizione al suo lavoro, Maika è stata licenziata per aver “danneggiato l’immagine” dell’impresa.

La donna aveva iniziato a lavorare nella scuola pubblica Gandhi di Ciudad Lineal e, dopo sei anni, era passata a Serveo, una nuova ditta di pulizie, con un contratto a tempo indeterminato. Tutto procedeva bene fino al 22 aprile, quando ha ricevuto una lettera di licenziamento inaspettata.

Il motivo del licenziamento

La lettera di licenziamento specificava che i video di Maika, pubblicati il 12 marzo, erano stati scoperti dalla direzione, che non ha tollerato la gravità degli atti mostrati. Nella divisa dell’azienda, Maika danzava e questo ha fatto sì che molti utenti associassero le sue azioni all’immagine di Serveo, provocando commenti che, secondo l’azienda, ne danneggiavano la reputazione.

Contrariamente alle affermazioni dell’azienda, i commenti degli utenti sui social media erano per lo più positivi, molti incoraggiavano Maika e la supportavano. La bidella ha spiegato che i video non erano un’attività regolare e che il suo primo obiettivo era sempre stato quello di lavorare diligentemente. Ha aggiunto che quei momenti di danza erano un modo per sentirsi meglio.

La reazione di Maika

“Non me lo aspettavo,” ha detto Maika. Pensava che la direzione le avrebbe dato solo un avvertimento, ma invece è stata licenziata senza preavviso. Questi video, che le servivano per tirarsi su il morale in un periodo difficile, sono diventati la causa della perdita del suo lavoro, una fonte di sostentamento che per lei era essenziale.

Maika non ha accettato passivamente la decisione e ha portato il caso in tribunale, sostenendo che i brevi video non avevano compromesso in alcun modo la sua efficienza lavorativa né l’immagine generale dell’azienda.