Chico Forti riabbraccia la madre dopo 16 anni con un permesso speciale ottenuto in pochissimo tempo e scoppia la bufera

Dopo 16 lunghi anni, Chico Forti ha finalmente potuto riabbracciare sua madre, ora novantaseienne, nella sua casa d’origine a Trento.

L’incontro, descritto come carico di emozione, è stato permesso dal Tribunale di sorveglianza di Venezia per “motivi umanitari”, una decisione che ha sollevato un vespaio di polemiche, specialmente da parte del sindacato di polizia penitenziaria SPP. L’incontro è avvenuto oggi, e per Forti, le prime parole per la madre sono state: “Mamma ti voglio bene. Sono qua per te”.

Gianni Forti, zio di Chico, ha condiviso dettagli toccanti dell’incontro nel quartiere di Cristo Re, descrivendo come la madre fosse “emozionatissima” e pronta a cucinare canederli per il figlio, che però ha rifiutato dicendo di non avere fame. “Il rientro lo ha rinfrancato e portato a nuova vita,” ha aggiunto Gianni, sottolineando la determinazione della famiglia a lottare per la riabilitazione di Chico.

La reazione della famiglia e le critiche sul permesso speciale

Chico Forti, trasferito temporaneamente dal carcere di Verona, ha avuto circa quattro ore per l’incontro, grazie a un permesso speciale. Stefano, fratello di Chico, e Gianni, lo zio, erano presenti e hanno sottolineato l’importanza di questo momento per la famiglia. “La mamma è bella pimpante per la gioia di rivedere suo figlio. Abbiamo tanto pianto e tanto sofferto e ora è giusto gioire un po’,” ha affermato Gianni, descrivendo Chico come un eroe per la sua resilienza di fronte a 24 anni di carcere.

Tuttavia, il permesso speciale ha scatenato critiche da parte del SPP, il sindacato di polizia penitenziaria. Aldo Di Girolamo, segretario del sindacato, ha espresso “amarezza e smarrimento” per la celerità della decisione, contrastando con i lunghi tempi di attesa che altri detenuti affrontano in situazioni simili. “Lo stesso provvedimento adottato per Forti ha bisogno di settimane di attesa e non di pochi secondi,” ha lamentato Di Girolamo, sottolineando che normalmente questi permessi sono concessi in casi di rischio di vita, una condizione non applicabile a Forti.

Solidarietà e supporto per Chico Forti

Nonostante le polemiche, la solidarietà nei confronti di Chico Forti rimane forte, come dimostrato dalla presenza dei membri del comitato “Una chance per Chico” sotto la casa, pronti a salutarlo e a inviare messaggi di benvenuto. “Oggi per noi è un giorno di gioia,” hanno condiviso, anticipando future visite a Chico in carcere.

Gino Forti, un altro zio, ha descritto un’accoglienza calorosa per Chico in carcere, con detenuti che gli hanno offerto vestiti e applausi. “La prigione gli ha fatto un grande applauso, qualcuno gli ha dato qualcosa da indossare,” ha raccontato Gino, respingendo le critiche sul costo del trasferimento, paragonandolo a spese comunali per eventi locali. “Siamo arrivati a limiti veramente bassi e vergognosi,” ha concluso Gino.