Scontro Cgil – Csil su sicurezza e referendum, Fumarola contro Landini, “Sbaglia, le dichiarazioni di Meloni promettono bene”
Landini invoca la mobilitazione per il lavoro, ma la Cisl prende le distanze: “Diamo una chance al dialogo con il governo”
Landini rilancia la protesta: “Serve una mobilitazione unitaria sulla sicurezza”
Durante il comizio del Primo Maggio ai Fori Imperiali di Roma, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha lanciato un appello deciso al governo: «Se non ci saranno risposte adeguate, credo si debba aprire una fase di mobilitazione e di sostegno alla piattaforma unitaria per la sicurezza sul lavoro». Un messaggio forte, che segna la volontà del leader sindacale di non abbassare la pressione sul tema delle morti bianche e della tutela nei luoghi di lavoro, tornato al centro del dibattito pubblico.
Le parole di Landini si inseriscono in un clima già teso tra le sigle sindacali e il governo, a pochi giorni dalla convocazione prevista per l’8 maggio, durante la quale l’esecutivo dovrebbe presentare nuove proposte in materia di sicurezza, produttività e contrattazione. Ma il tono dello storico leader della Cgil ha acceso un confronto anche interno al fronte sindacale.
Fumarola: “La strada è il dialogo, non il referendum”
A prendere le distanze dalle dichiarazioni di Landini è stata la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, che in un’intervista a Il Foglio ha chiarito: «Pensiamo che la convocazione dell’8 maggio sia importante. Certo, va messa alla prova dei fatti, ma le dichiarazioni della premier Meloni promettono bene, indicando una direzione che auspichiamo da tempo: un’alleanza tra istituzioni e parti sociali sulla sicurezza».
La leader Cisl invita a puntare sulla costruzione di un “patto per il lavoro” fondato su obiettivi condivisi: «Cominciamo da qui, e poi apriamo a un’intesa che affronti e leghi incrementi salariali e di produttività, innovazione e formazione, buona flessibilità contrattata e partecipazione». Secondo Fumarola, è necessaria una “coalizione dei volenterosi” per trasformare l’emergenza in una prospettiva concreta, puntando anche sul PNRR, lo sviluppo e le riforme.
Sul fronte del referendum promosso dalla Cgil, la posizione della Cisl resta critica: «Si continua a guardare al futuro con lo specchietto retrovisore. Così si rischia di andare a sbattere. Il referendum è uno strumento sbagliato nel merito e nel metodo», ha affermato con fermezza.
Due visioni sindacali a confronto
Le divergenze emerse tra Landini e Fumarola mettono in luce due visioni diverse sul ruolo del sindacato in questa fase. Da un lato, la Cgil spinge per una mobilitazione diffusa e per un confronto duro con il governo, anche attraverso strumenti come i referendum abrogativi. Dall’altro, la Cisl auspica una strada più pragmatica e dialogante, finalizzata a raggiungere risultati concreti attraverso una collaborazione istituzionale.
In mezzo, un quadro politico e sociale complesso, dove il tema della sicurezza sul lavoro rappresenta una delle priorità nazionali, ma rischia di diventare terreno di scontro più che di sintesi. In attesa del confronto dell’8 maggio, le posizioni sembrano ancora distanti, e il futuro dell’unità sindacale appare incerto.