Omicidio a Bergamo di Claris, Salvini: “Colpa anche dei genitori, se un 19enne gira con un coltello”
Il vicepremier commenta il delitto di Bergamo e punta il dito anche sulle famiglie: “Quando un giovane uccide, qualcuno in casa è mancato”.
Salvini sull’omicidio Claris: “Non è solo un allarme giovani, ma anche familiare”
Nel corso di un evento sulla sicurezza ferroviaria organizzato nella sede di Confcommercio a Milano, il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini è intervenuto sul recente omicidio avvenuto a Bergamo, che ha sconvolto l’opinione pubblica. Il riferimento è all’uccisione di Riccardo Claris, 26 anni, accoltellato da Jacopo De Simone, 19enne tifoso dell’Inter, a seguito di una lite scoppiata per motivi legati al calcio.
Nel suo intervento, Salvini ha collegato l’episodio a un più ampio contesto sociale, sottolineando il ruolo delle famiglie nel prevenire certi comportamenti violenti: «Allarme giovani? Non è solo dei giovani, dipende anche da noi genitori, perché se uno scende in strada con un coltello a 19 anni, evidentemente in famiglia qualcuno è mancato».
“Percezione del rischio abbassata, si uccide per il tifo”
Il ministro ha poi ampliato il suo ragionamento, evidenziando una crescente insensibilità al pericolo tra le nuove generazioni. «Basta sfogliare le pagine di cronaca di oggi per constatare che c’è un abbassamento della soglia della percezione del rischio: come a Bergamo, dove muore un ragazzo di 26 anni per polemiche calcistiche», ha dichiarato.
Le parole di Salvini giungono in un momento in cui il dibattito sulla violenza giovanile è tornato prepotentemente alla ribalta, anche alla luce di altri episodi di cronaca avvenuti di recente in diverse città italiane. Il vicepremier ha voluto rimarcare l’importanza della prevenzione familiare e dell’educazione, lanciando un messaggio chiaro sulla responsabilità collettiva nel contrasto a fenomeni così gravi.