Ilaria Salis, rischio revoca dell’immunità: il Parlamento Ue valuta il caso
L’europarlamentare italiana rischia di perdere la protezione giudiziaria per fatti avvenuti prima del suo mandato. Il precedente di Strasburgo non le è favorevole.
Verso la revoca dell’immunità per Ilaria Salis
L’europarlamentare Ilaria Salis, eletta con la lista Alleanza Verdi e Sinistra, potrebbe presto vedersi revocare l’immunità parlamentare dal Parlamento europeo. La motivazione alla base della possibile decisione è che i fatti contestati — lesioni aggravate a due militanti di estrema destra durante una manifestazione antifascista a Budapest nel 2023 — risulterebbero estranei al suo mandato da eurodeputata e privi del cosiddetto fumus persecutionis, ovvero l’ipotesi che l’azione giudiziaria abbia finalità politiche o persecutorie.
Il procedimento, avviato dalla commissione giuridica JURI dell’Eurocamera, si inserisce in una prassi consolidata dell’assemblea di Strasburgo, che in più occasioni ha già tolto l’immunità ad altri membri coinvolti in vicende giudiziarie avvenute prima della loro elezione. La decisione finale sarà affidata al voto dell’Aula plenaria.
I precedenti non giocano a favore dell’europarlamentare italiana
Il rischio per Salis appare concreto, anche alla luce di diversi precedenti analoghi. Negli ultimi mesi, il Parlamento ha approvato la revoca dell’immunità a sei eurodeputati: il tedesco Petr Bystron (AfD), il lituano Petras Grazulis, la ceca Jana Nagyová, e i polacchi Grzegorz Braun, Mariusz Kaminski e Maciej Wasik. Tutti sono stati dichiarati perseguibili, nonostante fossero in carica come membri dell’Eurocamera.
L’ultimo caso è proprio quello di Bystron, sospettato di corruzione per i legami con il portale filorusso Voice of Europe. Stessa sorte è toccata al polacco Braun, noto per aver usato un estintore per spegnere le candele di Hanukkah nel parlamento di Varsavia in segno di protesta contro Israele, e al lituano Grazulis, accusato di aver rivolto frasi omofobe a militanti della comunità LGBTQIA+.
Nel caso della deputata italiana, il procedimento in Ungheria è legato a fatti accaduti ben prima della sua elezione. Salis è stata arrestata e processata per il presunto coinvolgimento in un’aggressione a danno di due neonazisti. La sua vicenda aveva sollevato un ampio dibattito politico in Italia, anche per la detenzione in catene cui era stata sottoposta nel tribunale di Budapest, e che ha contribuito a renderla un simbolo per molti attivisti. La scelta di candidarla al Parlamento europeo da parte dei leader Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni era apparsa anche come una mossa politica per tutelarla giudiziariamente e ottenere la scarcerazione, poi effettivamente avvenuta dopo l’elezione.
Dopo JURI deciderà l’Aula: esito incerto per la Salis
Come avvenuto per gli altri casi, la commissione JURI svolgerà l’istruttoria sul caso di Salis e, in assenza di motivazioni politiche evidenti nella richiesta ungherese, potrebbe raccomandare la revoca dell’immunità. La decisione definitiva spetterà all’intero Parlamento europeo, che si esprimerà con voto in seduta plenaria.
Alla luce dei precedenti, appare difficile che Salis riesca a mantenere l’immunità. La linea prevalente è quella della separazione tra mandato politico e responsabilità penale per fatti commessi prima dell’elezione. Se la revoca dovesse essere approvata, la giustizia ungherese potrebbe riprendere l’azione giudiziaria nei suoi confronti.