Feltri: “Altro che giovani, il futuro è dei vecchi. Siamo noi l’argine alla barbarie”
Il giornalista rivendica il ruolo degli anziani nella società: “Ci vogliono in pigiama, ma siamo noi a tirare il carro”
“La mia generazione è la roccia dell’umanità”
Vittorio Feltri firma un editoriale che va controcorrente e rivendica con orgoglio la centralità degli anziani nel tessuto sociale italiano. “Mi sto tirando su il morale: è il trionfo dei vecchi”, esordisce, rigettando con sarcasmo l’idea che la terza età sia un ostacolo al progresso. “Secondo il pregiudizio dominante sarebbero i portatori sani di sette, otto o più decenni a bloccare l’ascesa dei giovani. Ma constato che è la mia generazione a essere il bastione contro la barbarie”.
Feltri ironizza sull’ossessione collettiva per la giovinezza e sulle retoriche televisive: “Nel calcio non importa se una squadra domina il campionato, ma si nota che l’età media dei giocatori la appesantisce. Mi aspetto che facciano valere la metà i gol degli ultratrentenni, specie se calvi”.
“Ci vogliono in disparte, ma siamo noi a governare”
Il giornalista denuncia il modo in cui la società tratta gli anziani: “È considerata una iattura la crescita della popolazione canuta. Andrebbero messi in pigiama e affidati a badanti così che non impicciino le vacanze dei discendenti che hanno mantenuto”. E aggiunge: “Non mi offendo se mi si chiama vecchio, è una parola che sa di tabacco e acqua di colonia. Detesto il finto ossequio di chi non vede l’ora di ribaltarti in qualche discarica”.
Secondo Feltri, il mito del giovanilismo ignora la realtà: “Avete mai sentito parlare di gang di stupratori ottantenni o di vecchi che devastano le città con le molotov?”. Per lui, “il futuro appartiene ai canuti. Intravedo barlumi di speranza solo ad altitudini sopra gli ottanta”.
“La Grande Vecchia guida ancora il mondo”
Feltri chiude il suo ragionamento con esempi illustri che, secondo lui, confermano la vitalità della terza età. Dalla Chiesa cattolica, che ha salutato Papa Francesco con un “funerale benedicente e sorridente”, al cardinale Giovan Battista Re, 91 anni, che ha guidato il Conclave “gestendo con mano felice pure lo Spirito Santo”.
E ancora: “In Italia il Consiglio supremo di difesa è stato convocato da un uomo di 83 anni. La più grande artista è Ornella Vanoni, che a 90 anni ha la voce di albicocca e la mente è un fiore. Il maestro Riccardo Muti impera sulla musica a 83 anni. Liliana Segre, a 94 anni, regge e sfibra con la sua tempra gentile l’odio dei pro-Palestina”.
Infine, l’elogio all’incontro culturale tra Francesco Micheli (87) e Gianni Letta (90): “Mi dicono che è stato l’incontro più brillante d’Italia su cultura, musica, politica e vita. Prosit!”.