“Se dovevi morire, eri già morta”: insulti a una donna malata di tumore in farmacia per aver saltato la fila
A Cornate d’Adda, una 43enne in cura per 16 metastasi viene aggredita verbalmente da un cliente dopo essere stata fatta passare avanti in coda dal farmacista
Umiliata dopo una visita oncologica
Un episodio di crudeltà gratuita ha scosso la comunità di Cornate d’Adda, in provincia di Monza e Brianza, dove una donna di 43 anni, malata oncologica, è stata aggredita verbalmente all’interno di una farmacia del paese. La donna, affetta da un tumore con sedici metastasi tra ossa e fegato, era appena rientrata da una visita all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano quando si è verificato l’episodio.
Mercoledì mattina, al momento dell’ingresso in farmacia, il farmacista l’ha riconosciuta e, notando il suo evidente stato di affaticamento, l’ha invitata a raggiungere direttamente il banco, saltando la fila. Una scelta accolta senza proteste da quasi tutti i presenti, ma che ha scatenato l’ira di un cliente, che ha iniziato a insultarla pesantemente.
“Mi ha detto: ‘Magari capita proprio oggi'”
La 43enne ha raccontato quanto accaduto ai colleghi di Prima Monza, spiegando di essere fuori casa dalle 6:45 e reduce da un prelievo propedeutico alla chemioterapia del giorno seguente. “Quando il farmacista mi ha fatto cenno, ho chiesto se potevo passare avanti perché non stavo bene. Ci ho messo tre minuti, ho pagato, chiesto scusa e stavo per andare via”, ha raccontato.
In quel momento, però, è iniziata l’aggressione: “Mi ha detto frasi come ‘Se dovevi morire, eri già morta’ e ‘Magari capita proprio oggi’“. Nonostante il tentativo del farmacista di calmare l’uomo, l’insulto è continuato senza freni.
“Non chiedevo privilegi, solo un po’ di umanità”
La donna ha lasciato la farmacia in lacrime, profondamente scossa non solo per le parole ricevute, ma per l’umiliazione inflitta in pubblico. “In vita mia non sono mai passata avanti, nemmeno con la disability card che mi autorizza. Questa volta ero solo stanca. Chiedevo un po’ di comprensione. Ma non c’è stata”, ha spiegato.
Il suo racconto si conclude con un pensiero amaro ma dignitoso: “Fortunatamente, nonostante tutto, ringrazio di non essere come quella persona”.