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“Sapevano delle mascherine difettose”: bufera su Arcuri e governo Conte, accuse da FdI e rischio indagini

Fratelli d’Italia accusa Palazzo Chigi: “Furono avvertiti del pericolo, ma continuarono a distribuire mascherine non idonee. Serve verità, non insabbiamenti”

Mascherine non conformi, FdI accusa: “Conte sapeva tutto prima di Arcuri”

La Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid dovrebbe servire a una cosa sola: far emergere la verità sui giorni più bui della pandemia, evitando che l’Italia si faccia trovare di nuovo impreparata davanti a una futura emergenza. Ma secondo Fratelli d’Italia, alcuni partiti starebbero usando questa occasione per coprire responsabilità politiche gravi, mettendo in campo operazioni di autotutela e svio delle colpe.

Nel mirino, ancora una volta, c’è il governo Conte. Secondo FdI, l’allora esecutivo sarebbe stato già al corrente, attraverso diverse fonti, del fatto che parte delle mascherine importate in Italia durante la pandemia risultavano non conformi agli standard di sicurezza, ben prima dell’intervento della struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri.

Le denunce: “Palazzo Chigi fu avvisato del rischio”

A puntare il dito è la deputata di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri, che sul Secolo d’Italia ha rilanciato una denuncia pesantissima: Palazzo Chigi sarebbe stato informato, tramite fonti diverse, del “rischio concreto che le mascherine fossero inidonee, nonché pagate a un prezzo superiore rispetto alla media di mercato”.

Nonostante questi avvertimenti, a partire dal 1° luglio 2020, i dispositivi sarebbero stati sdoganati automaticamente, senza controlli approfonditi. Una scelta che, secondo l’accusa, avrebbe messo a rischio la salute di categorie fragili, come operatori sanitari, anziani e malati cronici.

Il sospetto politico: “Si vogliono coprire i veri responsabili”

Nel frattempo, tra i corridoi della politica si parla di un clima teso. Secondo indiscrezioni, anche un consulente di Palazzo Chigi, considerato vicino al centrosinistra, sarebbe stanco di essere usato come capro espiatorio da chi, dentro il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, punta a insistere su aspetti marginali per celare i nodi centrali della vicenda.

FdI ritiene che questa strategia sia finalizzata a sviare l’attenzione dell’opinione pubblica da responsabilità più gravi, legate proprio alla gestione iniziale dell’emergenza. Una posizione che potrebbe ora portare ad un approfondimento della Procura, se gli elementi raccolti dalla commissione venissero ritenuti rilevanti.