Decreto Sicurezza e riforme costituzionali, sprint del governo. Il Pd: “Vergogna istituzionale”
Due riforme costituzionali e un decreto al centro dello scontro politico di fine stagione: opposizioni denunciano un Parlamento esautorato dal “direttorio” della maggioranza.
Maggioranza spinge sul calendario: tutto in aula entro luglio
Con l’avvicinarsi della pausa estiva, la maggioranza di governo imprime una brusca accelerazione all’iter parlamentare di tre provvedimenti chiave: la riforma costituzionale sul premierato, quella sulla separazione delle carriere e il decreto Sicurezza. La decisione, formalizzata tra Camera e Senato, ha suscitato forti reazioni da parte delle opposizioni, che accusano il centrodestra di voler «blindare» il Parlamento e gestire le riforme come una “spartizione politica” interna.
L’accusa nasce dal fatto che ogni riforma sembra rappresentare un interesse specifico per uno dei tre principali partiti della maggioranza: Fratelli d’Italia sul premierato, Forza Italia sulla separazione delle carriere e Lega sul decreto Sicurezza.
Decreto Sicurezza: iter lampo e probabile fiducia
Il provvedimento più imminente è il decreto Sicurezza, già approvato dalla Camera e atteso in Aula al Senato martedì 3 giugno. I tempi dell’esame appaiono particolarmente ristretti: le commissioni Affari costituzionali e Giustizia avranno a disposizione appena tre o quattro ore complessive per valutare gli emendamenti. Alle 13:30 inizierà la discussione, con il termine per presentare modifiche fissato alle 15:00, seguito dall’esame alle 16:00 e dalla discussione generale in Aula alle 17:00.
Visti i tempi, è ritenuta probabile anche a Palazzo Madama la questione di fiducia, come già avvenuto a Montecitorio.
Il provvedimento, che ha sostituito il precedente disegno di legge bloccato al Senato, contiene misure contestate dalle opposizioni, che lo definiscono “repressivo e antidemocratico”.
Premierato e separazione delle carriere: verso l’Aula a luglio
Parallelamente, in Conferenza dei capigruppo alla Camera, è emersa l’intenzione di portare in Aula entro luglio anche le due riforme costituzionali. La separazione delle carriere, ora in seconda lettura al Senato, ha già vissuto uno snodo cruciale con il cosiddetto “canguro”, che ha ridotto il tempo per esaminare gli emendamenti. Il premierato, invece, fermo in commissione a Montecitorio, potrebbe subire alcune modifiche prima del dibattito definitivo.
Rumors parlamentari indicano che i partiti di maggioranza vorrebbero giungere a un’approvazione celere di entrambi i testi entro fine mese.
Le opposizioni: “Un Parlamento esautorato, tempi scandalosi”
Durissima la reazione delle opposizioni. Il capogruppo del Pd in Affari costituzionali, Andrea Giorgis, parla di “mortificazione dell’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini”. Anche Peppe De Cristofaro, per Avs, attacca: “I tempi per il decreto sicurezza sono scandalosi. Il Senato non potrà approfondire un provvedimento così controverso”.
A fare eco anche Dafne Musolino di Italia Viva: “Non siamo neanche più al monocameralismo alternato, ma direttamente al Direttorio che si vara da solo le leggi”.
Il clima resta teso mentre si avvicina una delle settimane parlamentari più dense e divisive dell’anno.