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Immunità a rischio, Ilaria Salis supplica l’UE:“Non rimandatemi nel pozzo”

La commissione giuridica dell’Eurocamera verso la revoca dell’immunità. Salis: “Mi aspetta la persecuzione politica”

La decisione sull’immunità arriverà il 24 giugno

Il destino dell’europarlamentare Ilaria Salis potrebbe compiersi il 24 giugno, data in cui la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri) sarà chiamata a decidere se concederle ancora la protezione dell’immunità o revocarla, come richiesto dall’Ungheria. Il relatore del caso, Adrian Vazquez Lazara, esponente spagnolo del Ppe, avrebbe già annunciato la volontà di presentare una relazione favorevole alla revoca dell’immunità.

Durante una riunione a porte chiuse della commissione, gli eurodeputati hanno esaminato la documentazione inviata dalla procura ungherese. Tuttavia, secondo fonti interne, gruppi di sinistra, verdi, socialisti e liberali avrebbero giudicato insufficienti le motivazioni addotte da Budapest.

I timori di Ilaria Salis: “Mi aspetta un pozzo senza fondo”

Preoccupata per l’esito della votazione, Ilaria Salis, eletta con Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) e iscritta al gruppo The Left, ha affidato il suo appello a una nota pubblica in cui denuncia i rischi che deriverebbero da una revoca dell’immunità.

«Secondo alcune testate, il relatore del mio caso in Commissione Affari Giuridici avrebbe manifestato l’intenzione di accogliere la richiesta ungherese di revoca della mia immunità parlamentare. Se così fosse, verrei esposta a una persecuzione politica certa e spietata. Rischierei di tornare in fondo a quel maledetto pozzo in cui, per mesi, sono stata rinchiusa ingiustamente, in violazione dei più basilari diritti fondamentali».

“In Ungheria sentenza già scritta. Orbán cerca vendetta, non giustizia”

La deputata non risparmia critiche al regime ungherese guidato da Viktor Orbán, che – secondo lei – avrebbe già “anticipato il verdetto” nei suoi confronti.

«Una persecuzione tanto più accanita oggi, dopo mesi in cui ho esercitato il mio mandato di eurodeputata senza mai arretrare nella denuncia del regime di Orbán. L’autocrate della cosiddetta ‘democrazia illiberale’ non ha mai cercato giustizia, ma vendetta. In Ungheria, il processo nei miei confronti ha già una sentenza scritta: nel disprezzo della presunzione d’innocenza, il governo ha più volte anticipato l’esito giudiziario, dichiarando pubblicamente che sarei una ‘criminale’, una ‘terrorista’, e che merito una condanna esemplare».

Infine, l’appello ai colleghi eurodeputati: «Saranno chiamati a votare sulla mia immunità, prima in Commissione e poi in Plenaria. Decideranno anche del futuro dell’Europa. Dovranno scegliere da che parte stare – e assumersene tutta la responsabilità, morale e politica: con lo Stato di diritto e la democrazia, o con il regime illiberale di Orbán, che con il suo gruppo dei ‘Patrioti’ punta a imprimere una torsione nazionalista e autoritaria all’intero continente».